Pronto soccorso Moscati al collasso: stop alle ambulanze del 118

Medici e infermieri del pronto soccorso dell'Azienda ospedaliera Moscati in rivolta

Il pronto soccorso del Moscati di Avellino
Il pronto soccorso del Moscati di Avellino
di Antonello Plati
Giovedì 27 Luglio 2023, 08:58 - Ultimo agg. 13:02
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Stop alle ambulanze. Medici e infermieri del pronto soccorso dell'Azienda ospedaliera Moscati in rivolta. «Non siamo più in grado di gestire i pazienti: dirottate i mezzi del 118 in altri presidi», scrivono gli operatori sanitari del reparto di Emergenza in una comunicazione, indirizzata alla centrale operativa del 118, inviata nel tardo pomeriggio di martedì, quando nella struttura di Contrada Amoretta c'erano ancora 40 persone in carico e altre 20 in attesa. Non si tratta, come da prassi, di una richiesta effettuata dalla direzione medica di presidio ma, come detto, dagli stessi operatori che in quel momento erano di turno sopraffatti dai codici in ingresso. «Si informa - si legge nel documento trasmesso via fax - dello stato di estrema difficoltà nell'assistenza ai pazienti in pronto soccorso. Si invita pertanto ad inviare le ambulanze dell'emergenza territoriale, valutate le condizioni dei pazienti trasportati, presso altri presidi ospedalieri». Al testo, affisso poi in una sala medica del pronto soccorso, qualcuno ha aggiunto a penna: «Senza dignità».

In riferimento, molto probabilmente, alle condizioni di lavoro che medici e infermieri del pronto soccorso di Avellino sono costretti a sopportare da tempo. Troppo tempo. Condizioni aggravate, in quest'ultimo periodo, prima dall'ondata di calore poi dalla fuga improvvisa dei camici bianchi. In tre hanno già lasciato il reparto e altrettanti sono pronti a farlo entro la fine del mese. Circostanza che, come anticipato ieri da Il Mattino, costringerà la direzione strategica a sospendere l'attività (dal primo al 31 agosto) della Medicina d'urgenza per dirottare poi medici e infermieri in pronto soccorso. In merito, contattato da Il Mattino il direttore generale dell'Azienda ospedaliera Moscati, Renato Pizzuti, ha preferito non rilasciare dichiarazioni. A prendere posizione sono, invece, le parti sociali e il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Vincenzo Ciampi. «In un periodo di crisi dovuto all'emergenza caldo - osserva l'esponente pentastellato - viene meno un essenziale punto di riferimento per le fasce più deboli della popolazione. La crisi di sistema è colpa di chi governa la sanità in Campania da 8 anni. Pochi posti letto disponibili e incapacità di mantenere gli standard minimi di personale previsti dal Ministero sono il segno distintivo dei manager scelti dal governatore. Gli stessi che hanno risposto "obbedisco" alla decisione di De Luca di chiudere il pronto soccorso di Solofra, chiusura che scontiamo con il caos attuale. Del resto, per liste d'attesa e livelli essenziali di prestazioni, la Campania è tra le ultime regioni del Paese».

Licia Morsa, segretaria generale Fp Cgil Avellino, sottolinea: «Abbiamo richiesto un'informativa ed un eventuale incontro con i vertici dell'Azienda ospedaliera Moscati.

Il periodo estivo potrebbe portare a riduzione o chiusura momentanea anche di altri servizi». E non esiste ancora un piano di riduzioni e chiusure: «Abbiamo anche chiesto di informarci rispetto all'elaborazione di un piano e soprattutto di condividere eventuali percorsi su come affrontare le inevitabili criticità che si genereranno. La richiesta è stata inoltrata per conoscenza anche al prefetto Paola Spena e alla Regione». Quindi, la sindacalista aggiunge: «Ringraziamo quanti onorano il proprio ruolo mettendoci la faccia, cuore e professionalità  per creare quella rete di uomini e donne, professionisti della salute, che sovrastando lacci e lacciuoli dell’inutile e qualunquista burocrazia non solo rimangono, ma si stanno impegnando per mantenere il protocollo di cura dei pazienti geriatrici fra moscati ed asl, il nuovo progetto della cardiologia del Frangipane, quello che sarà il più grande polo di assistenza territoriale di rilievo nazionale che è il nuovo Landolfi. E ogni signolo ufficio, distretto e servizoi della Asl e del Moscati. Chiediamo a tutti, come sempre, di contribuire in  maniera costruttiva, al di là dell’appartenenza e della convenienza politica a dare forza ai lavoratori che non si fermano nonostante i loro luoghi di lavoro non abbiano nel 2023 il conforto di un clima adeguato ai loro sforzi. Chiudiamo nell’attesa che chi di dovere provveda a migliorare questo clima, altrimenti vi garantiamo che farà molto caldo anche per la dirigenza».

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Per Massimo Imparato, segretario generale Cisl Fp Irpinia-Sannio, «la notizia della fuga del personale sanitario dal pronto soccorso dell’ospedale Moscati non è un fatto inaspettato. Siamo di fronte ad un caos annunciato, frutto di carenze e di inadempienze che persistono a causa di una mancata programmazione e dei ritardi ancestrali di cui soffre il settore». Imparato esprime così la posizione del sindacato e lancia una proposta operativa utile ad uscire dallo stallo in cui si trova l’azienda: «Bisogna – dice - accelerare la riapertura del Landolfi di Solofra per attenuare la pressione sul Moscati ed al tempo stesso far partire la medicina territoriale, che è la vera grande assente nei comuni dell’avellinese e del beneventano, come in quelli di tutta la Campania. Se il sistema non viene messo a rete, realizzando le prime cure sui distretti, i nosocomi, già con personale del tutto insufficiente, saranno sempre più saturi e sempre meno in grado di offrire risposte ai pazienti».

Mario Musto, capo dipartimento sanità Cisl Fp Irpinia-Sannio, e Silvestro Iandolo, segretario aziendale al Moscati, si soffermano sulla sospensione della Medicina d'urgenza: «Il rischio che anche questo reparto possa bloccarsi, come sta già accadendo per altre divisioni, è concreto. Andiamo avanti solo grazie alla grande disponibilità e alla dedizione costante del personale».

Romina Iannuzzi, segretario territoriale Nursind, e Michele Rosapane, segretario aziendale Nursind al Moscati, osservano: «Il sistema sanitario regionale, in emergenza-urgenza, è già crollato. Il presidente De Luca non sa come tenere aperti i pronto soccorso dei Dea di secondo livello. Già nei mesi scorsi, in un'audizione in quinta commissione, le organizzazioni sindacali del comparto denunciarono una situazione prossima al collasso. Siamo ancora l'unica regione in Italia a non aver recepito le linee di indirizzo nazionali sui pronto soccorso. E in questo contesto catastrofico comprendiamo la fuga dei medici urgentisti». E sulla Medicina d'urgenza aggiungono: «La situazione rischia di aggravarsi ulteriormente: alla direzione strategica il compito di arginare una situazione già drammatica. Ora che non si riescono a reclutare neanche più i gettonisti come si terranno aperti i pronto soccorso? Ci preoccupa la chiusura della medicina d'urgenza poiché senza interventi correttivi si rischia di aggravare ancor più il Boarding in pronto soccorso. Con agosto la situazione rischia di aggravarsi ulteriormente, bisogna che la direzione adotti degli interventi organizzativi urgenti al fine di arginare una situazione drammatica. Ad esempio, l'area Boarding dove sono collocati pazienti in attesa di ricovero deve essere collocata esternamente al pronto soccorso e deve essere gestita da dirigenti medici con specializzazione affine alla medicina d'urgenza. Questa sarebbe la prima cosa da fare con urgenza».

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