Ricorsi alle multe autovelox in Irpinia: nei guai un ex cancelliere

Inviati gli atti della vicenda in Procura

Autovelox
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di Alessandra Montalbetti
Giovedì 6 Luglio 2023, 09:10
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Sentenze false per ottenere dalla Prefettura di Avellino l'annullamento di verbali per violazione del codice della strada (multe per eccesso di velocità rilevate dall'autovelox) e bloccare le relative cartelle esattoriali.

Inviati gli atti in procura per un ex cancelliere del Giudice di Pace che aveva messo in piedi l'ingegnoso sistema. A richiederne la trasmissione, il pubblico ministero Vincenzo D'Onofrio, all'esito dell'udienza preliminare che vedeva imputate due persone accusate di tentato falso materiale, ma che stando a quanto emerso nel corso dell'udienza di ieri, erano del tutto ignare del meccanismo messo in piedi dall'ex cancelliere.

Il giudice per l'udienza preliminare del tribunale di Avellino, Marcello Rotondi, ha prosciolto i due imputati con la formula «per non aver commesso il fatto», Alberto e Annino Marano originari di Cesinali, legati da un rapporto di parentela ed entrambi difesi dall'avvocato Carmine Ruggiero - ed al contempo ha provveduto ad inviare gli atti in Procura affinché si proceda nei confronti dell'ex cancelliere, ritenuto, al momento, colui che avrebbe falsificato le sentenze. Per accertarlo alla luce della versione resa ieri dai due imputati mandati prosciolti- è necessario aprire un fascicolo d'inchiesta e avviare le indagini sull'ex cancelliere. Sentenza di non luogo a procedere nei confronti dei due imputati richiesta dallo stesso pubblico ministero Vincenzo D'Onofrio, al termine dell'interrogatorio al quale i due si sono sottoposti chiarendo la loro posizione. Ed infatti i due imputati, affiancati dal loro legale, hanno fornito elementi chiarificatori sulla posizione, ma non solo. Hanno anche precisato che si erano rivolti all'ex dipendente del Ministero della Giustizia per dei chiarimenti su alcuni verbali di violazione di norme al codice della strada e quest'ultimo avrebbe fornito loro le sentenze false. I due dunque, all'oscuro di del sistema, per il tramite di un loro delegato hanno provveduto a depositare presso la Prefettura di Avellino le false sentenze riguardanti delle contravvenzioni del codice della strada risalenti al 2017, chiedendo l'annullamento in autotutela dei verbali e delle conseguenti cartelle esattoriali. Ma ad accorgersi delle evidenti e palesi anomalie degli atti giudiziari fasulli consegnati dai due finiti a processo e prosciolti ieri, un funzionario della Palazzo di Governo di Avellino.

Immediatamente è stato presentato nei confronti dei due Marano una denuncia, sfociata poi nella richiesta di rinvio a giudizio con l'accusa di falso. Il funzionario della Prefettura aveva notato la discordanza tra i numeri di verbali indicati nella stampa servizi on line del giudice di Pace con quelli indicati nelle sentenze allegate alla richiesta di annullamento. Inoltre a far emergere la falsità delle sentenze anche dettagli. In particolare i caratteri dei verbali indicati nei provvedimenti depositati, palesemente difformi da quelli del contenuto delle sentenze originali. Al funzionario non sono sfuggite alcune grossolane differenze tra i provvedimenti allegati dagli imputati e le sentenze effettivamente pronunciate dal giudice di pace di Avellino, riferite a verbali diversi rispetto a quelli per i quali Alberto e Annino Marano avevano presentato domanda di sgravio rispetto alle cartelle di pagamento ricevute.

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Peraltro è emerso che gli imputati non avevano presentato mai alcun ricorso contro le sanzioni amministrative elevate nei loro confronti per eccesso di velocità e riscontrato dagli autovelox. I due imputati sono stati prosciolti da ogni addebito in quanto è emerso nel corso della loro lunga escussione svoltasi ieri mattina davanti al giudice per l'udienza preliminare Marcello Rotondi - la totale inconsapevolezza circa la falsità delle sentenze e dunque la loro totale buona fede. Ora sarà la Procura di Avellino, mediante lo svolgimento di ulteriori indagini, ad appurare eventuali profili di responsabilità in capo all'ex cancelliere che potrà essere iscritto nel registro degli indagati per le sue condotte.
 

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