Dal binario morto di Avellino, parte la mobilitazione istituzionale per uscire dall'isolamento ferroviario. E proprio alla vigilia del Consiglio comunale organizzato per investire i consiglieri regionali eletti in Irpinia, i vertici dell'amministrazione De Luca e Rfi, della necessità di cambiare l'Accordo quadro che esclude il capoluogo da tutte le tratte su ferro che abbiano una qualunque importanza, arrivano i primi impegni. Per una volta nero su bianco.
Il responsabile della Direzione Commerciale Sviluppo e Commercializzazione Territoriale Centro Sud-Tirrenica di Rfi, Pier Paolo Olla, scrive al presidente del Consiglio comunale avellinese, Ugo Maggio e al presidente della commissione regionale Trasporti, Luca Cascone. Chiarendo su tutti i punti nodali dell'isolamento del capoluogo: niente collegamenti con l'Alta Velocità, con Napoli e con Salerno, e un' enorme incognita sul completamento dei lavori di elettrificazione della Benevento-Avellino-Salerno, opera da 230 milioni che non cammina solo per la parte che riguarda l'Irpinia, i cui ritardi tengono chiusa l'autostazione di Borgo Ferrovia da 2 anni.
Olla ricorda preliminarmente che «i contenuti dell'Accordo Quadro sono rappresentativi dei servizi ad oggi in vigore in Regione Campania».
Ma Rfi segnala pure «la necessità di ulteriori approfondimenti e verifiche sull'efficacia complessiva dell'intervento e sugli effettivi benefici attesi in termini di tempi di percorrenza e di capacità disponibile per i nuovi servizi, tenuto conto della necessità di compatibilizzare gli stessi rispetto alla capacità residua sulla linea Napoli-Salerno via Monte del Vesuvio». Significa che l'obiettivo non è ancora in cassaforte. E infine c'è la già acquisita stazione Hirpinia sull'Alta capacità Napoli-Bari.
Ma il capoluogo chiede una svolta. L'obiettivo politico dell'assise odierna è quindi un'iniziativa dell'intera provincia di Avellino. Così sono stati invitati pure il presidente di Palazzo Caracciolo, Rino Buonopane, i rappresentanti sindacali e l'associazione «InLocoMotivi». Il Governatore De Luca e l'amministrazione di Palazzo Santa Lucia rivendicano grande attenzione verso le aree interne. Avellino non la riscontra affatto. «La Regione deve operare un'inversione di pianificazione del territorio dice l'assessore alla Mobilità e all'Urbanistica, Emma Buondonno Anche se non è stato solo l'attuale Governo regionale a farsi influenzare dal fatto che nell'area metropolitana di Napoli vive il 53 per cento della Regione, e ad investire soprattutto lì. Ma dopo 2 anni di pandemia e con una crisi umanitaria del genere, dobbiamo avere il coraggio di portare avanti un modello alternativo, per il riequilibrio di funzioni, attività e pesi demografici». Così l'assessore Buondonno raccomanda la partecipazione dei rappresentanti istituzionali e lancia il suo appello: «È molto importante che i consiglieri regionali e il Consiglio di Avellino trovino un punto di incontro su una questione cosi dirimente per il territorio. Bisogna aprire una discussione, perché il nodo delle reti ferroviarie e stradali è fondamentale per noi». Tutti i progetti di rilancio economico e demografico del capoluogo, del resto, passano dalla stazione e dal collegamento sull'Alta Velocità con la bretella di Codola. Che è irrinunciabile: «Le città che non sono collegate dalla rete su ferro - ricorda Buondonno - inevitabilmente, si spopolano. Vivono fenomeni di retrocessione dal punto di vista dei valori urbani».
Ed ecco l'idea: «Consiglio comunale e Consiglio provinciale si facciano portatori di queste istanze». In merito esistono due mozioni gemelle che impegnano entrambe le assisi. Ma è anche e soprattutto una questione di soldi: «Nell'ultima riunione, con il delegato regionale Cascone - ricorda Buondonno - si è fatto riferimento anche alla ripartizione dei fondi della nuova programmazione, da attuare a stretto giro. E' quindi indispensabile unità tra le forze politiche. L'ultimo censimento Istat dimostra che è l'intera Campania a vivere una flessione demografica. - chiosa - È soprattutto sulle reti della comunicazione che bisogna puntare se vogliamo il riequilibrio».