Stipendi doppi all'Asl Avellino,
contabile verso il licenziamento

Stipendi doppi all'Asl Avellino, contabile verso il licenziamento
di Gianni Colucci
Mercoledì 20 Febbraio 2019, 12:00
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Si replica. Come per i furbetti del cartellino, l'Asl va verso la scelta del licenziamento per coloro che sono finiti coinvolti nella vicenda degli stipendi truccati. Il primo a correre seriamente il rischio è il contabile che si occupa dei dipendenti non strutturati, dunque esterni, che avrebbe architettato il grande inganno. Per lui, già sospeso dal servizio, a seguito delle verifiche effettuate dalla commissione di indagine interna e delle decisione della commissione disciplinare, è stato proposto il provvedimento del licenziamento.

Una decisione estrema che tuttavia era stata presa dal precedente manager. Mario Ferrante, con accanto Maria Morgante (all'epoca dirigente che oggi ha preso il suo posto) nel giugno del 2016 annunciò il drastico provvedimento per alcuni degli indagati nell'inchiesta sui furbetti del cartellino.

Per due dei tre indagati l'Asl ha notificato l'addebito disciplinare che prevede la possibilità di fornire una propria memoria o dichiarazione alla commissione. Il medico che oggi figura tra gli indagati, un professionista di guardia medica, non ha ancora incontrato i commissari. Ma dato che la scelta di parlare con il magistrato che l'ha indagato ha già avuto seguito, entro la fine del mese ripeterà la sua difesa anche in sede amministrativa, all'Asl.

In sostanza le due indagini vanno avanti parallelamente come avvenne per l'inchiesta sui furbetti del cartellino.

A rischio il posto di lavoro per chi è coinvolto, ma sopratutto il patrimonio personale, come è nel conto una condanna penale.
 
Circa il medico, si va chiarendo che nelle sue tasche sia arrivato meno di un quarto della cifra della truffa che supera i 600 mila euro. Anzi per il medico va delineandosi l'ipotesi di una forte pressione da parte della mente della truffa che avrebbe richiesto donativi, esigenze, tramutatesi in merci di varia natura. «Tu puoi, sei nella possibilità, mi potresti fornire...». In sostanza pur ammettendo una sua responsabilità, attraverso il proprio legale, l'avvocato Antonio Rosania, il medico che era destinatario di un vantaggio dalla truffa architettata, doveva però rispondere alle richieste che gli venivano fatte dal funzionario.

Il medico tra l'altro -secondo una ricostruzione che egli stesso ha presentato al magistrato - sarebbe stato coinvolto quasi casualmente. Una matricola accoppiata alla sua avrebbe consentito al contabile di pagare più volte lo stipendio ad inesistenti medici non strutturati, cioè specialisti ambulatoriali o della guardia medica. Il dirigente dell'Asl (il quale non controllava o se lo faceva non esplicitava il risultato dei suoi controlli) è anch'esso sotto la lente della commissione disciplinare e del magistrato. Se era a conoscenza della modalità con cui si teneva la doppia contabilità, anche lui avrebbe potuto pretendere una parte del ricavato.

Il medico in sostanza era il tassello che consentiva di ingannare anche la contabilità interna. E quando, vedendosi bonifici accreditati per attività mai svolte, si è recato all'ufficio contabile, automaticamente è stato fatto partecipe del sistema.

Al momento la complessa vicenda va delineandosi sul piano delle responsabilità interne ed esterne. Quelle proprie dei funzionari pubblici infedeli sono contestate a tre dipendenti Asl: un dirigente apicale, il contabile e il medico. Il dirigente apicale al momento non ha un provvedimento diretto a suo carico, come non c'è nessun provvedimento disciplinare nei confronti del medico. Solo per il contabile la situazione si aggrava . Appare al momento la mente del sistema architettato per gonfiarsi gli stipendi. La sua posizione appare difficile. E il provvedimento di licenziamento potrebbe esserci tra breve.

«All'Asl di Avellino qualcuno si paga il doppio stipendio con certificazioni false, so bene quello che abbiamo trovato. Sono decenni di abbandono, di sciatteria, di porcheria»: dopo la clamorosa denuncia che fece a Salerno il governatore De Luca, sulle indagini che riguardavano Avellino, la stessa manager dell'Asl Maria Morgante era stata sentita dagli inquirenti. Al comandante provinciale della finanza Gennaro Ottaiano che ha la delega delle indagini coordinate dal procuratore Rosario Cantelmo e affidate al Pd Fabio Massimo Del Mauro, spiegò che più che una fuga di notizie, le informazioni fornite al governatore erano «un atto dovuto»: «Quello è il mio datore di lavoro», disse in sostanza la manager. Fu poi De Luca a raccontare con i suoi modi roboanti dell'indagine sui nuovi furbetti di Avellino: «Una porcheria».
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