«Sanità, ad Avellino tante questioni aperte:
aspettiamo i manager alla prova dei fatti»

«Sanità, ad Avellino tante questioni aperte: aspettiamo i manager alla prova dei fatti»
di Antonello Plati
Mercoledì 22 Giugno 2022, 08:27 - Ultimo agg. 11:30
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«Nessun rimpianto». Le parti sociali salutano Maria Morgante. «Con lei non c'è mai stato dialogo, non ci mancherà», dicono con toni poco concilianti Franco Fiordellisi, segretario generale della Cgil di Avellino, e Gaetano Venezia, segretario generale della Uil Fpl Avellino-Benevento. «Confidiamo prosegue Fiordellisi - che il nuovo manager dell'Asl di Avellino, Mario Nicola Ferrante, sappia ricucire il rapporto. Dal nostro punto di vista, è indispensabile il confronto prima di assumere decisioni che hanno effetti su tutta la popolazione».

Quindi, prima di tutto l'ascolto: «Non solo delle nostre istanze, ma anche di quelli dei sindaci, degli altri rappresentanti istituzionali e soprattutto dei cittadini».

Fiordellisi si rivolge, poi, a Renato Pizzuti confermato fino al 2025 come direttore generale dell'Azienda ospedaliera Moscati: «In questi tre anni, abbaiamo conosciuto i sui lati positivi e quelli negativi. Da parte sua, a differenza di Morgante, c'è stata maggiore disponibilità anche se spesso siamo stati distanti. Appare evidente come Pizzuti sia stato più accorto nella gestione politica dell'azienda ospedaliera. Adesso, però, sia per lui sia per Ferrante arriva la prova dei fatti».

Più in generale, il segretario generale della Cgil irpina riflette sul sistema delle nomine: «I nomi sono sempre gli stessi. La lista dei papabili è composta più o meno sempre dalle stesse persone. Questo è il modello di De Luca del quale, però, non conosciamo i parametri di valutazione. Non ci aspettavamo, di certo, una rivoluzione perché sappiamo bene che il conferimento di questi incarichi ha una ricaduta dal punto di vista politico». Infine, l'auspicio: «A Ferrante e Pizzuti diciamo buon lavoro. Un augurio che è rivolto a loro ma che deve essere di auspicio per l'intera comunità irpina e soprattutto per le fasce più deboli: sono loro che senza una sanità efficiente soffrono ancora di più». Venezia torna alla carica contro Morgante: «Non avremo nessuna nostalgia di Morgante. Impossibile ricordare tutte le cose che non ha fatto. Basti sottolineare come ha gestito l'emergenza pandemica ad Ariano Irpino non attivando per due anni un doppio percorso nel pronto soccorso e beffandoci a fine mandato approvando il progetto per la sua realizzazione». Al nuovo manager, Venezia dice: «Ferrante conosce bene le dinamiche della struttura di via Degli Imbimbo mi auguro che con lui si possa discutere». Non manca un passaggio su Pizzuti: «Da questo momento in poi ci aspettiamo più attenzione per il plesso Landolfi di Solofra. E magari un ripensamento sulla chiusura del pronto soccorso, rivendendo questa e altre scelte contenute nell'atto aziendale».

Insomma, tanto da fare sia all'Asl sia al Moscati. A Contrada Amoretta il pronto soccorso è in perenne affanno per l'atavica carenza di medici e infermieri. Stessa condizione condivisa da tanti altri reparti. Lacune che sono emerse con maggiore evidenza nella gestione dell'emergenza pandemica, mentre i concorsi continuano ad andare a vuoto. Passando all'Asl, sono tanti progetti in cantiere. Almeno sulla carta. E tante le assunzioni da fare. Negli ospedali già attivi (Ariano Irpino e Sant'Angelo dei Lombardi) sono in crisi diverse unità operative (scongiurata in extremis la chiusura di Pediatria e Dialisi ad Ariano). 

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In quelli (4 in tutto) che saranno inaugurati nei prossimi anni non c'è ancora idea di come reperire le risorse umane per farli funzionare. Al netto di ciò, Ferrante avrà in mano, sin da subito, un'occasione importante di riscatto. Infatti, stanno per arrivare una pioggia di milioni di euro dirottati in Irpinia dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Nel dettaglio, dovranno essere realizzati 4 ospedali di comunità (Avellino, Montella, Moschiano e Monteforte Irpino); 10 case della comunità (Moschiano, Monteforte Irpino, Lioni, Lapio, Bisaccia, Fontanarosa, Avellino, Castel Baronia, Montecalvo Irpino, Montoro); 4 centrali operative territoriali (Avellino, Monteforte Irpino, Moschiano, Vallata). Queste strutture intermedie dovranno garantire cure di prossimità allegerendo la pressione sui pronto soccorso. Ma per aprirle servono medici e infermieri. 

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