Università di Salerno, Tecniche per l'edilizia e il territorio nel polo di Avellino: «Siamo pronti»

«Il nuovo scenario richiede figure specializzate che possano svolgere un ruolo cruciale in diverse aree»

Federica Ribera
Federica Ribera
di Rossella Fierro
Venerdì 4 Agosto 2023, 10:00
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Scatta il conto alla rovescia per l'inizio dei corsi universitari del Polo Avellino. Ad ottobre, a Palazzo di Città, inizierà il nuovo corso di laurea ad orientamento professionalizzante in Tecniche per l'edilizia e il territorio, uno dei tre attivati da Unisa nel capoluogo irpino per l'anno accademico 2023/24. Ad entrare nel dettaglio del corso è la professoressa Federica Ribera, presidente del consiglio didattico di Ingegneria civile dell'Università di Salerno.

Come si articolerà il nuovo corso in Tecniche per l'edilizia e il territorio?
«È un corso abilitante che permette di acquisire conoscenze e competenze di livello intermedio nei settori dell'edilizia e nel territorio, in particolare riguardo la progettazione, direzione e gestione delle opere edilizie, la certificazione energetica, la responsabilità del cantiere, la pianificazione del territorio, la topografia, le valutazioni immobiliari, gli espropri.

Si tratta di una laurea abilitante che sarà sempre più richiesta in Italia, visto che dal 2025 sarà necessario un titolo universitario per esercitare la libera professione di geometra».

Sono previsti anche laboratori e tirocini?
«Il secondo anno del corso di studi è riservato principalmente ai laboratori applicativi, affrontati con rigore metodologico e con diretta applicazione a casi di studio reali. Poi l'orientamento professionale è completato al terzo anno grazie a 1200 ore di tirocinio presso qualificati studi professionali, aziende e imprese del settore delle costruzioni, grazie agli accordi stipulati con gli ordini professionali di Salerno e di Avellino, in ottica di cooperazione collegiale per pianificare un corso di laurea attento alle esigenze dell'attuale mercato del lavoro, del territorio di riferimento e delle nuove generazioni di studenti e professionisti».

Dai corsi usciranno specialisti sui temi del dissesto idrogeologico, in un momento in cui i cambiamenti climatici accentuano i fenomeni ?
«È estremamente importante. Lo scenario delle nuove pressioni che investono il mondo delle costruzioni e del territorio, dei cambiamenti climatici e del dissesto idrogeologico, data la crescente gravità degli effetti su scala globale, richiede figure specializzate che possano svolgere un ruolo cruciale in diverse aree tra cui: previsione e monitoraggio, pianificazione e gestione del territorio, opere e infrastrutture resilienti, sensibilizzazione e formazione, ricerca e sviluppo. La ricerca dei laboratori del Dipartimento di Ingegneria Civile dell'Unisa continua nel solco dell'innovazione per affrontare le sfide emergenti e sviluppare soluzioni sostenibili a lungo termine».

Qual è l'investimento di Unisa ad Avellino?
«È un'occasione unica che l'Università e la città di Avellino hanno avuto la cura e la lungimiranza di coltivare per il bene di territorio, studenti, famiglie e imprese. Per Unisa si tratta di stringere un rapporto ancora più forte con Avellino, investendo in studio, ricerca e sviluppo con corsi di laurea altamente specializzati».

Ritiene che il palazzo comunale sia adatto ad ospitare attività didattiche?
«La sede è ottima per i nuovi corsi di studio, accoglierà nelle sue aule e nei laboratori numerosi giovani studenti che vorranno dedicarsi allo studio. Oltre le aule attrezzate ci saranno gli uffici di segreteria, gli uffici dei docenti, le aule studio e per lo svago. Sarà una bella comunità universitaria che crescerà di anno in anno».

Avellino è pronta, in termini di servizi come trasporti e alloggi, a candidarsi a diventare una vera e propria città universitaria?
«Certamente lo sarà. Questa è solo una piccola ma importante tappa che ha raggiunto la città di Avellino, e sarà da volano per altre importanti azioni volte a trasformare positivamente la trama cittadina in termini di strutture, infrastrutture e servizi. È solo l'inizio di un percorso in cui l'Ateneo salernitano crede e su cui investe». 

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