Vaccini, ad Avellino ora si riparte:
​ecco altre duemila dosi

Vaccini, ad Avellino ora si riparte: ecco altre duemila dosi
di Antonello Plati
Lunedì 18 Gennaio 2021, 09:07
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Riprende oggi la campagna vaccinale dell'Asl di Avellino, che era ferma da martedì scorso a causa dell'esaurimento delle scorte.  In mattinata, all'ospedale Frangipane di Ariano Irpino arriveranno 390 flaconi del siero Pfizer-BionTech, pari a 2mila 340 dosi (da ogni flacone, infatti, è possibile estrarre fino a 6 vaccini), utili a terminare il primo ciclo per i circa 7mila operatori sanitari censiti dall'Asl. Immediatamente dopo la consegna si procederà con le somministrazioni nei punti vaccinali allestiti sia al Frangipane sia all'ospedale Criscuoli di Sant'Angelo dei Lombardi. 


Altri 195 flaconi (1170 dosi) arriveranno all'Azienda ospedaliera Moscati (che sta provvedendo in proprio a immunizzare l'organico). 
Secondo l'elenco stilato dall'ente di via Degli Imbimbo, toccherà subito a medici di base, specialisti di ambulatorio e altri operatori dei vari distretti sanitari della provincia.

Poi si passerà al personale e agli ospiti delle case di riposo per anziani. Entro una decina di giorni il primo ciclo sarà portato a termine, ma già tra una settimana sarà effettuato il richiamo per coloro che si sono vaccinati lo scorso 2 gennaio (devono passare 21 giorni tra un'iniezione e l'altra). Un nuovo rifornimento è in programma per lunedì prossimo. 


Dunque, almeno fino a questo momento, non avuto nessuna ripercussione sulla provincia di Avellino l'annuncio di Pfizer-BionTech di rivedere il calendario di distribuzione apportando alcune modifiche al processo di produzione. Venerdì scorso aveva suscitato apprensione la notizia che le dosi consegnate sarebbero diminuite a causa dei lavori necessari ad aumentare la capacità produttiva dello stabilimento belga di Puurs, vicino ad Anversa. Sta di fatto però che l'Asl è stata veloce nell'esaurire le prime scorte e dunque ci sono stati diversi giorni di pausa forzata.


Tornando in Irpinia, tra Asl e Azienda ospedaliera Moscati sono 6mila e 474 gli operatori sanitari (e gli amministrativi del comparto) che sono stati vaccinati dal 27 dicembre a oggi. Dunque, si tratta del 72 per cento delle circa 9mila persone che hanno dato la propria adesione (il vaccino non è obbligatorio) in questa prima fase della campagna. L'Asl di Avellino, a parità di consegne delle dosi (proporzionate alle adesioni), è quella che ha fatto il minor numero di somministrazioni in Campania (4mila e 410), superata anche dall'Asl Benevento (oltre 5mila) che, tra l'altro, non ha presidi ospedalieri. Nel corso di questa settimana, dopo le richieste dell'Ordine dei medici e dei sindacati di categoria, saranno convocati tutti i medici di base, gli specialisti di ambulatorio, i dentisti, gli infermieri e i veterinari, del pubblico e del privato, anche se non sono in servizio. Dopo le pressioni, è stata l'Unità di crisi regionale a chiedere un elenco degli iscritti non vaccinati e imporre all'Asl di procedere alla convocazione «avendo come riferimento il criterio del numero di crescente del tesserino di iscrizione all'Ordine». 


Le parti sociali, però, sollevano qualche perplessità sulla gestione. «Per la nostra organizzazione premette la segretaria generale Fp Cgil Avellino, Licia Morsa - vaccinarsi è un atto di responsabilità. Per questo motivo è necessario che, nel minor tempo possibile, sia sottoposto a vaccinazione il maggior numero di cittadine e cittadini». 


Secondo le sigle, la campagna vaccinale deve essere assicurata attraverso un'informazione adeguata, diffusa e trasparente in modo, anche, da renderla omogenea sull'intero territorio: «Ma questo non significa che debba diventare strumento di ricatto per i datori di lavoro nei confronti dei soggetti più fragili, in questa fase transitoria, che necessitano di tutela e certamente non di minacce». 


Dario Meninno, segretario generale Spi Cgil, dice: «Da più parti giungono notizie di procedure anomale nella somministrazione dei vaccini, con percorsi privilegiati e non previsti, nella loro tempistica, dall'attuale fase di somministrazione. Occorre quindi a tutti i livelli innalzare la vigilanza e il controllo affinché le dosi vaccinali siano distribuite e somministrate tenendo rigorosamente in considerazione quanto dettato dalle linee guida emanate dal Ministero della Salute. Apprendiamo, altresì, che l'Unità di crisi chiede di vaccinare anche i medici in pensione: vi sarebbe quindi una platea numerosa che riceverebbe il vaccino pur essendo semplicemente in pensione senza esercitare la professione e con un grado di rischio assolutamente assimilabile agli altri pensionati che risiedono nella nostra regione».

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