Vinitaly al profumo d'Irpinia

Sono tre Docg protagoniste assolute

Vinitaly al profumo d'Irpinia
di Annibale Discepolo
Mercoledì 5 Aprile 2023, 10:30
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Un Vinitaly, questo numero 55, decisamente effervescente. Una vetrina molto ammirata e degustata, grazie ai 109 produttori che sotto l'egida del Consorzio di Tutela hanno presentato i loro gioielli nelle nuances in bianco, in rosso e pure in rosè, molto apprezzati dai wine lovers, ma soprattutto dai buyers stranieri, affascinati da quest'Irpinia del buon bere da trasmettere e comunicare al mondo.

Effervescenza che ha dialogato con i numeri di questa edizione 2023: mille top buyers giunti da 68 paesi per diecimila appuntamenti b2b già fissati ed ospitati in 95mila metri quadri con più di 4000 espositori. A meno di ventiquatt'ore dal giù il sipario l'Irpinia si difende più che bene: oltre diecimila le presenze agli stand.

Gettonatissimo il trend bollicine «che sta caratterizzando particolarmente il momento d'oro delle bolle», confermano Federico e Brunella Basso di Villa Raiano che nella gamma di prestigiosi vini, produce da anni un top, Ripa Bassa, blend di Fiano e Greco, metodo classico, due vitigni vocatissimi anche per la spumantizzazione. Di alta gamma i tre cru di Fiano ventidue 2020 (Tre bicchieri); Alimata e Bosco Satrano, apprezzati da Helmuth Koecker, guri di Merano Wie Festal e Dante Del Vecchio.

Straconvince il pas dosè millesimato di Tenuta Sarno 1860. D'Antiche Terre che cavalca il tema con Vito, versione di Fiano extradry metodo charmat e la versione Greco Brut, promuove anche i vitigni con due new entry cru riserva: Chiaio e Bosco Bottazzo, 4000 bottiglie in tutto, mentre il Taurasi Vicario riserva 2015 s'è aggiudicato le 5starWines sulla guida del Vinitaly International. Il Signore del Taurasi, Antonio Caggiano, rappresentato dal figlio Giuseppe, presenta la novità Briolè (nome mutuato dalla tecnica del taglio delle pietre preziose), Fiano spumante pas dosè, 30 mesi sui lieviti, millesimo 2019 e con esso la versione dall'aglianico in versione rosè. A Taurasi vince la convivenza tra rossi e bianchi, vedi Aciniell' che ha sorpreso in positivo anche l'assessore all'Agricoltura della Regione Campania Nicola Caputo che ha partecipato ad un focus sul nuovo Psr nell'Area Irpinia del Consorzio di Tutela dei Vini d'Irpinia.

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L'Igp, da uve bianche Roviello, è un vitigno abbandonato e che la testardaggine e la lungimiranza dei fratelli Gianluigi e Franco Addimanda, taurasini Doc(g) hanno riscoperto da ceppi pre fillosserici, «franchi di piede», presenti e produttivi in azienda dopo oltre 150 anni. Circa 3000 le bottiglie prodotte.
Ovviamente anche i rossi, o meglio il rosso: il Taurasi Docg Starse, in onore del vecchio sistema di allevamento «a starseta», che è il top di gamma dell'azienda che ne produce 2000 bottiglie. Gianni Fiorentino, vignaiolo poeta e grande esteta, è presente con i suoi gioielli che custodisce e coccola in quel di Paternopoli, in primis il potente Taurasi riserva 2017 presentato in anteprima con il nuovo Taurasi 2018 e all'Irpinia aglanico 2018 con i news coda di volpe e il rosè Flavia 2021.Il Melograno di Aldo Piarulli a Manocalzati, espone 4 etichette, il Taurasi Acron 2017 (due prosit Onav; un Aglianico Rubrum, affinato in acciaio e bottiglia; Turritum Irpinia Aglianico (sei mesi in legno) e il rosato doc Oriens, aglianico in purezza. Rosa Boccella, Montemarano presenta i suoi Taurasi: 2016 e 2015; Irpinia Campi Taurasini 2017 e Irpinia Rosato e Coda di Volpe, «come a dire, che anche in bianco e rosa, si vince», sorridono i fratelli Soccorso e Luigi Molettieri.
 

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