Acqua, dopo la diffida il Comune incalza l'Asl: «Perché i rilievi solo ora?»

Tornano le tensioni sugli inquinanti e sulle prove di laboratorio

Acqua, dopo la diffida il Comune incalza l'Asl: «Perché i rilievi solo ora?»
di Paolo Bocchino
Giovedì 2 Marzo 2023, 10:00 - Ultimo agg. 10:09
4 Minuti di Lettura

«Forte perplessità e sorpresa». Il disappunto del Comune è palese fin dalle prime righe della nota di replica all'Asl dopo la diffida che ha portato Gesesa a non avvalersi più del laboratorio Artea per i campionamenti e le analisi del tetracloroetilene. Un parametro tra i tanti del bouquet oggetto di esame, ma significativo alla luce delle note problematiche della falda di Pezzapiana che eroga acqua potabile a mezza città.

L'altolà notificato il 23 febbraio dal dipartimento Prevenzione della Asl ha imposto a Gesesa di cambiare operatore. Campionamenti e analisi del tetracloroetilene sono stati affidati alla Natura srl di Casoria, abilitata agli esami sul parametro in questione come risulta dalla piattaforma Accredia. Requisito che invece non si riscontra per Artea, di qui la comunicazione perentoria del responsabile Igiene e Sanità pubblica della Asl Tommaso Zerella.

Ma com'è stato possibile che il laboratorio con sede a Ponte abbia continuato a fornire prove di qualità dell'acqua erogata, e i rilievi per il piano di caratterizzazione, senza poter contare sull'accreditamento necessario per inquinanti cruciali come il tetracloroetilene? Se lo domanda anche Palazzo Mosti, e soprattutto lo domanda all'Asl che per legge è il dominus dei controlli e delle verifiche in materia: «In relazione alla diffida indirizzata a Gesesa - scrivono gli assessori all'Ambiente Alessandro Rosa e ai lavori pubblici Mario Pasquariello all'indirizzo del digì Asl Gennaro Volpe e a Zerella - si esprime forte perplessità e sorpresa per il suo contenuto, in quanto il laboratorio di prova, da oltre un anno, risulta incaricato dal Gestore del servizio idrico integrato per eseguire periodicamente le analisi sull'acqua destinata al consumo umano a Benevento, in particolare per il parametro del tetracloroetilene, senza che l'Asl, sino ad oggi, abbia mai sollevato dubbi circa l'idoneità/congruità di tale laboratorio a poter espletare tale attività».

Video

Parole che non occorre leggere troppo in filigrana per cogliere il remake del problematico rapporto tra Palazzo Mosti e i vertici sanitari sulla materia idrica, deflagrato nel clamoroso scontro istituzionale di novembre a seguito del picco anomalo che portò allo stop dell'utilizzo idropotabile rapidamente revocato. Il sindaco Mastella allora non risparmiò toni durissimi ad Asl e Arpac, e non mancano in queste ore retropensieri circa ipotetiche "vendette" servite fredde.

Illazioni, evidentemente. È evidente invece il clima gelido che persiste tra via Annunziata e via Oderisio. I due assessori fanno notare ancora come «nel costante svolgimento del monitoraggio della risorsa idrica, il laboratorio ha sempre intrattenuto rapporti di collaborazione istituzionale, non essendo mai emerso alcun elemento critico circa l'appropriatezza e l'affidabilità delle procedure e degli esiti delle prove messe in campo, né tampoco alcuna carenza circa il sistema di accreditamento, di cui solo oggi viene segnalata la presunta mancanza».

Da Palazzo Mosti si fa sapere infine che «Gesesa, in data 24 febbraio, ha comunicato di aver sospeso ogni attività di analisi demandate al laboratorio Artea, almeno sino a quando la questione dell'accreditamento non sarà definitivamente chiarita nei suoi peculiari aspetti tecnico-giuridici». In una comunicazione indirizzata a Gesesa, Rosa e Pasquariello hanno quindi chiesto al gestore "di conoscere con ogni sollecitudine se il laboratorio Artea risulti effettivamente accreditato per l'esecuzione di tali analisi, e in particolare per il parametro del tetracloroetilene», sollecitando inoltre la società di corso Garibaldi «a potenziare, se del caso, l'attività di controllo».

Passi avanti intanto per il piano di caratterizzazione degli inquinanti, entrato nel vivo della fase 2: «Dopo un'interruzione motivata dalla necessità di reperire risorse aggiuntive - ha reso noto Rosa - a febbraio, in ragione dell'integrazione finanziaria disposta dalla Regione, è stato sottoscritto il verbale di ripresa dei lavori. Sono già terminati i lavori per la georeferenziazione dei pozzi nonché di completamento delle esecuzioni delle indagini da due pozzi (S01 e S09). Sono in corso i sondaggi geognostici e la realizzazione dei pozzi per la presa di campioni direttamente in falda. Già eseguiti anche i primi prelevamenti dal suolo. L'Arpac non solo sta seguendo i lavori, ma preleverà campioni di controprova. La fine dei lavori è prevista per primavera inoltrata. I sondaggi saranno spinti fino alla profondità di 50 metri e anche molto oltre, e questo dovrà portare a un livello di conoscenza maggiore delle dinamiche di diffusione delle sostanze disciolte in falda. L'obiettivo è mettere in sicurezza e studiare l'enorme risorsa idrica sotterranea, verificando se vi sono suoli contaminati e dove rilasciano contaminazione in falda, o se esistano zone, in falda profonda, di accumuli di pregressi inquinamenti. A seguito delle analisi in contraddittorio con Arpac, la Relazione di analisi di rischio specifica finale consentirà di definire i livelli della contaminazione e programmare specifici interventi di bonifica».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA