Benevento, bambina trovata morta in piscina
slittano i risultati delle perizie sugli abiti

Benevento, bambina trovata morta in piscina slittano i risultati delle perizie sugli abiti
Mercoledì 11 Dicembre 2019, 09:09
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Le perizie sugli abiti di Maria, la bambina di 10 anni trovata morta nella piscina di un casale a San Salvatore Telesino il 19 giugno del 2016, sono così complesse che è stato necessario un rinvio al prossimo 24 marzo dell'udienza per gli ulteriori accertamenti. Lo ha disposto nell'udienza di ieri mattina il Gip Vincenzo Landolfi. Nei giorni scorsi, infatti, c'era stata una prima istanza con la richiesta di una ulteriore proroga di trenta giorni arrivata dai periti ai quali è stato affidato l'incarico di procedere alle nuove verifiche, disposte nell'ambito di un incidente probatorio. I professionisti avrebbero dovuto depositare, proprio ieri, le loro conclusioni. Alla vigilia di questa udienza è giunta la richiesta di una ulteriore proroga, sempre di un mese, pertanto il magistrato si è visto costretto a un rinvio più a lungo termine. I periti che stanno eseguendo questi ulteriori accertamenti sono Cristoforo Pomara, Ciro Di Nunzio, Aldo Di Nunzio e Francesco Sessa. Accertamenti eseguiti alla presenza dei consulenti di parte, Fernando Panarese per Daniel Ciocan, indagato per omicidio e violenza sessuale e difeso da Salvatore Verrillo, e i consulenti Tatiana Mangiullo e Marina Baldi, per i genitori di Maria, anche loro indagati e difesi da Fabrizio Gallo e Serena Gasperini. La salma di Maria era stata riesumata lo scorso 2 luglio nel cimitero di San Salvatore Telesino e poi, presso la sala mortuaria dell'ospedale di Foggia, era stata effettuata una seconda autopsia, dopo quella eseguita nell'immediatezza del rinvenimento del corpo della bambina.
A quanto pare, da questa seconda autopsia non sono scaturiti elementi di novità tali da dare una svolta alle indagini. L'attenzione dei periti, pertanto, si è concentrata su un paio di pantaloni di Daniel Ciocan, una maglietta e un pantaloncino della bambina. Per effettuare ulteriori accertamenti i periti hanno anche richiesto alla Procura l'autorizzazione per poter procedere alla utilizzazione di reagenti di ultima generazione.
e.m.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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