È bastato fare un buco alle pareti e calarsi con il vecchio metodo del lenzuolo per riuscire a scappare dall'Ipm di Airola: una dinamica che si ripete a distanza da pochi mesi dall'ultimo caso. Così, ancora una volta, due detenuti del carcere minorile hanno messo a segno una fuga.
I ragazzi condividevano la stessa cella e avrebbero dovuto restarci ancora per poco. Ad evadere, ieri notte, sono stati D.M.G., di Napoli, che tra pochi giorni compirà 25 anni e che avrebbe dovuto scontare una pena di appena un mese, e D. A., 17enne di Catania, che aveva più volte chiesto l'avvicinamento in Sicilia. A quanto pare i due avrebbero già tentato la fuga la settimana scorsa, durante i momenti di concitazione vissuti nella struttura a causa di un incendio appiccato da un detenuto con problemi psichiatrici.
Su tutte le furie per l'ennesimo gesto «di sfida allo Stato e alle istituzioni» il garante campano dei detenuti, che da anni denuncia le carenze strutturali dell'edificio, che ospita 37 ristretti.
Per il Sappe, inoltre, l'evasione era «annunciata e inevitabile». «I due detenuti - ha spiegato il coordinatore regionale Sappe del settore minorile, Federico Costigliola -, dopo aver creato, con facilità, un buco su una parete della cella, costruita con blocchi forati di estrema fragilità, si sono spostati nella cella adiacente, che versava già in condizioni disastrose in seguito a una recente evasione avvenuta proprio dalla stessa cella. Da qui, attraverso un foro già presente su una parete e mai sanato, sono riusciti a raggiungere un'altra stanza non blindata e si sono calati da una finestra con l'aiuto delle lenzuola, giungendo nei pressi del parcheggio dell'istituto, dove hanno scavalcato il muro di cinta per darsi alla fuga». Il Sappe ha poi precisato che «uno dei due detenuti si era già reso responsabile di un'evasione presso l'Ipm di Nisida nel 2015. É chiaro affermano dal sindacato - che simili circostanze lasciano spazio a tristi considerazioni rivolte al sistema giustizia, che va rivisto e riformulato sotto determinati aspetti». Costigliola ha inoltre sollecitato l'avvio dei lavori presso la struttura. Per Donato Capece si tratta dell'«ennesima sottovalutazione degli allarmi lanciati sul carcere minorile di Airola da parte dei vertici ministeriali».
A sottolineare le condizioni del carcere di corso Montella è anche la Federazione sindacati autonomi coordinamento nazionale polizia penitenziaria, che - attraverso il segretario nazionale Giuseppe Merola - ha rivendicato «la necessità di adeguare l'assetto strutturale e organizzativo della struttura, in condizioni preoccupanti». Infine, per il segretario Domenico Pelliccia, «urge avviare i lavori di ristrutturazione, la polizia non può continuare ad essere esposta a rischi che compromettono l'ordine e la sicurezza».
Nel frattempo, su tutto il territorio sono in corso le ricerche per rintracciare i due evasi.