Assalto al bus del Benevento, lo sdegno unanime: «Una vergogna»

Le indagini: si stringe il cerchio sui responsabili del gesto

Il pullman del Benevento
Il pullman del Benevento
Lunedì 8 Maggio 2023, 09:52
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«Si tratta di un agguato gravissimo. Oltre a mettere in pericolo l'incolumità di chi viaggiava a bordo dell'autobus del Benevento Calcio, gli assalitori hanno creato una situazione di pericolo anche per gli altri automobilisti che percorrevano un tratto autostradale con traffico intensissimo. Pertanto, non escludo che le indagini possano portare a incriminare gli autori del raid non solo per i danneggiamenti ma anche per la violazione della sicurezza stradale. Solo per un caso non stiamo contemplando danni a persone».

Così il questore di Benevento Edgardo Giobbi dopo l'episodio registratosi nella serata di sabato, che ha seguito per tutta la notte l'evolversi della situazione. Le indagini sull'assalto all'autobus a bordo del quale viaggiavano giocatori e staff del Benevento sono ora condotte dalla Digos di Benevento, che una volta identificati gli autori dell'agguato riferirà per le contestazioni sul piano penale alla Procura di Bologna, che è competente per territorio.

I Daspo, invece, saranno emessi dalla Questura beneventana, sempre dopo l'assenso dei magistrati bolognesi. Il raid, infatti, è avvenuto in una galleria lungo l'autostrada A1, nel tratto che per una trentina di chilometri si snoda tra le località La Quercia e Aglio, denominato «Direttissima» perché consente di ridurre i tempi di percorrenza.

Secondo la ricostruzione della Digos, che in nottata ha ascoltato tutti gli occupanti dell'autobus del Benevento fino alle prime luci dell'alba, in una galleria due veicoli Van da otto posti, avrebbero affiancato l'autobus con la comitiva giallorossa e lanciato sbarre di ferro, oggetti vari e anche fumogeni. Una circostanza, quest'ultima, che avrebbero appunto creare seri problemi non solo all'autista del bus ma anche ai conducenti degli altri veicoli in transito, a causa della scarsa visibilità. In ogni caso, l'autista del pullman avrebbe continuato la marcia accelerando, nonostante il panico diffusosi tra i viaggiatori. Ad avvertire la polizia il team manager Alessandro Cilento e, dopo pochi minuti, il bus è stato raggiunto dagli agenti della Polstrada quando però i due Van si erano già dileguati.

Il bus societario è stato raggiunto anche dalla pattuglia della squadra tifoseria della Digos di Benevento, che percorreva lo stesso tratto, venendo scortato fino a Roma senza più tensioni. Lì è stato poi abbandonato da giocatori, dirigenti e da tutto lo staff, che sono saliti su un altro autobus. Il presidente Vigorito, invece, viaggiava a parte su un'auto. Un agguato che ha provocato danni ingenti al bus, tra ammaccature sulla carrozzeria e vetri in frantumi, anche se gli occupanti non hanno riportato ferite. Alla fine del lungo viaggio il ritorno allo stadio «Vigorito», dove erano state lasciate in sosta le auto dei giocatori. Ad attendere l'arrivo dei giallorossi un imponente servizio d'ordine, con poliziotti e carabinieri e con il capo della Digos, Rosario Pascarella, che ha provveduto a condurre tutti in Questura per ricostruire l'accaduto. Una decisione, quella di utilizzare l'autobus per tornare nel Sannio, adottata in extremis visti i ritardi sulle linee ferroviarie.

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Nel frattempo la Questura ha già chiesto ad Autostrade per l'Italia (dovrebbero essere disponibili da oggi) tutte le immagini registrate dalle telecamere presenti nel tratto teatro dell'agguato. Ma gli inquirenti hanno raccolto anche altri elementi per identificarne gli autori, risalendo ai due veicoli utilizzati. Qualcuno sarebbe già stato identificato anche se bisogna attendere la conclusione degli accertamenti. Ieri, per tutta la giornata, gli agenti della Digos hanno continuato a indagare. In particolare gli inquirenti ritengono che gli autori dell'agguato, accortisi della presenza dell'autobus con i giallorossi a bordo, avrebbero organizzato il raid attendendo che vi fosse un tratto in galleria in grado di rendere più difficoltosa la loro identificazione. L'episodio fa seguito ad altri casi di violenze registrati dopo i deludenti risultati della squadra.

Lo scorso 11 aprile, infatti, c'era stata l'aggressione al giocatore Roko Jureskin. Due ultras lo avevano raggiunto dopo un breve inseguimento lungo le strade cittadine e lo avevano anche colpito con pugni al viso. Il giocatore era stato medicato dai medici della squadra ed aveva sporto denuncia. Due i provvedimenti poi emessi dalla Divisione anticrimine della Questura beneventana. Uno aveva raggiunto un ultras già colpito da un Daspo di otto anni per episodi commessi in occasione della partita Benevento-Bari del novembre dello scorso anno. Nei suoi confronti il Daspo era stato prolungato di altri due anni. Il secondo ultras, anche lui già con un Daspo di cinque anni, aveva ottenuto un ulteriore provvedimento con interdizione ad accedere a manifestazioni sportive per tre anni. Per la Questura c'era la necessità di «neutralizzare le condotte lesive dell'ordine e della sicurezza pubblica in previsione degli ultimi incontri di calcio del campionato». Provvedimenti che non sono riusciti, però, a sventare il nuovo agguato.
 

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