«Posti in clinica per soldi»,
dovranno scontare 4 anni

«Posti in clinica per soldi», dovranno scontare 4 anni
di Enrico Marra
Mercoledì 19 Gennaio 2022, 07:50
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Due condanne per gli imputati di truffa che avevano preso denaro in cambio della promessa di assunzioni presso la clinica «Maugeri» di Telese Terme. Gli imputati sono Riccardo Massini, 68 anni, medico, di Telese Terme e Giuseppe Varesi, 59 anni, di Foglianise, impiegato. Sono stati entrambi condannati a una pena di quattro anni. L'iniziale imputazione di truffa è stata derubricata in quella di millantato credito. Inoltre, gli imputati dovranno risarcire le parti civili e, nel frattempo, dovranno pagare una provvisionale di quattromila euro, sempre a ciascuna delle parti civili. Il magistrato Sergio Pezza che ha emesso la sentenza depositerà le motivazioni entro novanta giorni. Il pm Maria Colucci aveva chiesto per i due imputati una condanna a tre anni e otto mesi. Dopo c'erano state le conclusioni dei difensori di parte civile Giuseppe Maturo, Giuseppe Francesco Massarelli, Alessandro Tanzillo, Maria Rosaria Di Nuzzo, Alessia Tuccillo a Rosanna Mazzeo. Le tesi difensive erano state esposte dai legali Gabriele Nuzzi e Marcello D'Auria.

I due erano finiti agli arresti domiciliari nel luglio del 2017, poi erano tornati in libertà.

Si tratta di una inchiesta dell'allora sostituto procuratore Francesca Saccone e dei carabinieri del Nas di Salerno e della stazione di Telese Terme. Al centro della indagine la promessa di assunzioni, in cambio di denaro, alla clinica Maugeri di Telese. Struttura sanitaria che in ogni fase delle indagini, come confermano anche gli attuali dirigenti, è risultata del tutto estranea all'intera vicenda «e, anzi, ha collaborato con gli inquirenti». Era stata coinvolta negli accertamenti anche una terza persona che però era stata rimessa in libertà dopo l'interrogatorio. Il gip Loredana Camerlengo aveva poi revocato gli arresti domiciliari a Riccardo Massini, medico residente a Telese Terme accogliendo una istanza che era stata presentata dal suo difensore Gabriele Nuzzi. Analogo provvedimento di remissione in libertà, con il solo obbligo di firma, era stato emesso dallo stesso magistrato nei confronti di Giuseppe Varesi. «Sia per Massini, sia per Varesi era stato poi fissato, il giudizio immediato. Secondo l'accusa i due incassavano denaro promettendo assunzioni nel settore della sanità. Ma nessuno degli aspiranti otteneva i posti di lavoro e, dopo alcuni mesi, la serie di truffe è stata svelata. I due erano stati indagati per concorso in truffa aggravata, millantato credito e falso documentale, ai danni di una trentina di persone che versavano in difficili condizioni economiche e bisognose di occupazione. Secondo la ricostruzione dell'accusa le vittime avevano versato ai truffatori somme per un totale di circa 185mila euro.

L'attività investigativa dei carabinieri, era iniziata nell'ottobre 2016, dopo la denuncia di una donna truffata. Una prospettiva lavorativa che non si era mai concretizzata, alimentata, secondo l'accusa, millantando amicizie importanti alla Regione. C'erano, a dire degli autori dei raggiri, persone da ricompensare con denaro per l'interessamento. Inoltre, c'erano anche documenti inviati da Napoli, con carta intestata della Regione contenti false determine dirigenziali che sancivano le assunzioni, e la convocazione dei candidati, che chiaramente si rivelavano del tutto false.
 

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