Benevento, dal cantiere a Santa Clementina
spunta una necropoli romana

Benevento, dal cantiere a Santa Clementina spunta una necropoli romana
di Antonio Martone
Venerdì 19 Febbraio 2021, 09:10 - Ultimo agg. 12:46
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A distanza di meno di ventiquattro ore dalla scoperta archeologica di via Perasso, la «Benevento sotterranea» ha regalato un'altra preziosa testimonianza del glorioso passato. Nella zona di Santa Clementina, precisamente a via Gennaro De Rienzo, è venuta alla luce una vasta area di una necropoli romana. Si tratta di un altro grosso e importante rinvenimento storico. «Sta emergendo in queste ore - ha detto Simone Foresta, responsabile per il capoluogo sannita della Soprintendenza ai Beni Culturali una necropoli utilizzata per molti secoli che presenta tombe di vario tipo. Un nucleo davvero interessante che era stato individuato già da qualche tempo ed aveva attirato la nostra attenzione sempre nell'ambito dell'azione di archeologia preventiva. In questi giorni avevamo ripreso gli scavi e come si supponeva sono venuti fuori reperti di vario tipo. Chiaramente continueremo nella ricerca considerato che riteniamo il sito importante ed intendiamo capire anche la consistenza».

Gli scavi nella zona erano iniziati già da alcuni anni per la realizzazione della rete idrico-fognaria, poi c'era stato un rallentamento legato al fatto che c'era stati rinvenimenti vari.

Da allora iniziò una fase di studio e di organizzazione che ha portato, appunto, alla scoperta di queste ore che naturalmente ha destato scalpore tra gli studiosi, ma nessuno stupore perché l'area archeologica di Santa Clementina ha confermato di avere una ricchezza infinita nel sottosuolo.

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«Via De Rienzo, per intenderci dall'altra parte del ponte Leproso dice l'archeologo Stefano Forgione -, era l'ingresso della città. Il ponte stesso costituiva il varco d'accesso alla città romana, costruito di proposito dopo le guerre sannitiche. Era un prolungamento dell'Appia. Non mi sorprende affatto questa nuova scoperta. I romani, infatti, non permettevano di seppellire i morti dentro le città. Un editto andato avanti fino al periodo napoleonico. Di solito tombe ed epigrafi erano sistemati lungo le strade consolari più importanti tipo l'Appia». 

Significativa la dichiarazione di Maurizio Bianchi, fondatore e responsabile del gruppo «Benevento Città Nascosta» che conta sui social migliaia di follower. «Santa Clementina è una autentica miniera a cielo aperto sulla quale occorrerebbe fare degli approfondimenti perché questi ritrovamenti continui ci fanno capire che i reperti sfiorano il manto stradale e quindi sono alla portata di tutti. Ancora una volta dobbiamo rilevare che a Benevento si va a spasso sulla storia. Grande attenzione merita la necropoli rinvenuta, già in uso in epoca romana e che come consuetudine cingeva la maggiore via d'accesso alla città: la via Appia latina non meno importante del segmento Traiano. Quella zona era costeggiata di steli funerarie, lapidi e edicole di ogni tipo, che nel medioevo sono finite nei muri delle case del centro storico e in alcuni giardini, e riutilizzate già in epoca longobarda ancora come sepolture». 

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La Soprintendenza, dal canto suo, come preannunciato ha definito nella giornata di ieri anche la questione legata al rinvenimento della centralissima via Perasso. Dopo aver continuato lo scavo allargato gli esperti hanno documentato tutto, provveduto a far ricoprire i reperti appurando che parte dei resti della struttura purtroppo erano stati distrutti precedentemente. In base al materiale trovato si desume che si trattava di un piano di calpestio risalente al periodo medievale in pessime condizioni. «Supponiamo ha spiegato Foresta che il tutto è avvenuto in occasione di lavori di realizzazione di una vecchia condotta passata proprio a fianco, presumibilmente negli anni sessanta, ma non sappiamo dirvi la data esatta e una parte fu demolita. Purtroppo in passato si faceva così, è un fenomeno che riscontriamo spesso perché c'era una sensibilità te demolito. Problema che riscontriamo spesso. In passato purtroppo si operava in questo modo. Ora fortunatamente c'è una sensibilità diversa per il patrimonio storico. Non abbiamo potuto fare altri scavi perché impossibilitati in quanto la strada moderna (via Perasso ndr) è poggiata proprio su questa struttura». 

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