Benevento, distrutta una saletta nel carcere: Sos dei sindacati

A intervenire Tommaso De Lia, vicesegretario regionale dell'Asppe

Una cella
Una cella
Mercoledì 21 Dicembre 2022, 09:41 - Ultimo agg. 22 Dicembre, 18:43
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Hanno distrutto la cosidetta sala della socialità, dove i detenuti si incontrano, oscurato le telecamere e si preparavano a una vera e propria rivolta: ieri pomeriggio si è temuto il peggio a Benevento, dove un gruppo di carcerati, secondo il sindacato Asppe già protagonisti degli ormai tristemente noti tumulti casertani a Santa Maria Capua Vetere nel 2020, per circa due ore hanno tenuto sotto scacco la Polizia penitenziaria. All'esterno dell'istituto penitenziario sono accorse anche le forze dell'ordine, pronte a intervenire. Per fortuna il pericolo è scampato grazie a una provvidenziale opera di mediazione del comandante della Polizia Penitenziaria. A darne notizia è Tommaso De Lia, vicesegretario regionale dell'Asppe, organizzazione sindacale confederata Consip, che, in una nota, ha evidenziato la gravità dell'accaduto.

«La rivolta - aggiunge - poteva sfociare in danni irreparabili, mettendo in serio pericolo l'incolumità di tutti ed è solo grazie al personale di Polizia penitenziaria che si è evitato il peggio».

Nella stessa nota il segretario regionale dell'Asppe Luigi Castaldo evidenzia, ancora una volta, il prolema del sovraffollamento dei penitenziari, della carenza di organico e i tagli alle risorse che rappresentano: «un mix esplosivo». Per il segretario generale dell'Asppe, Claudio Marcangeli, «urge un rinnovamento dell'ordinamento penitenziario e misure più restrittive per coloro che si rendono promotori di gravi eventi critici come quello nel carcere di Benevento».

A intervenire anche la Fl Cgil con Orlando Scocca: «Le prime avvisaglie della rivolta di ieri nel carcere di Benevento si sono avute verso le 17:25. Verso le 19:30 però è stata contenuta dalla Polizia penitenziaria con l'ausilio di carabinieri, polizia di Stato e Guardia di Finanza intervenuti all'esterno delle mura del carcere per il controllo della situazione». Il sindacalista aggiunge: «La rivolta ha interessato la quarta Sezione dei detenuti comuni, dove sono ristretti soprattutto persone con problemi di tossicodipendenza (gli altri della Sezione di 'Alta Sicurezza' non hanno partecipato) che hanno preso possesso della Sezione, lanciando i suppellettili nel corridoio e danneggiando le celle. Il poco personale presente nel turno pomeridiano, non ha consentito il contenimento immediato del fenomeno».

Il sindacalista punta il dito sulle carenze: «Il personale del corpo di Polizia penitenziaria in servizio su tre turni nel carcere di Benevento, ad oggi, è di 236 unità delle quali però 14, sono impiegate nel nucleo provinciale Traduzioni e piantonamenti. Mancano all'appello almeno altri 40 Agenti così come previsto da Decreto, soprattutto personale maschile, mentre il Dap continua ad inviare a Benevento personale femminile che non presenta carenze. Inoltre, non possiamo fare a meno di rappresentare che ormai è da più di un anno che cerchiamo di concludere i lavori che riguardano il protocollo d'Intesa locale per l'organizzazione del lavoro, ma il direttore continua a rinviare gli incontri già fissati dallo stesso con le organizzazioni sindacali, tant'è che anche l'ultima convocazione di dicembre, è stata rinviata a gennaio a data da destinarsi. Della situazione è stato sempre informato il provveditore regionale, Lucia Castellano che non è mai intervenuta per evitare questi rinvii». Per Mirko Manna Fp Cgil nazionale per Polizia penitenziaria, «la situazione è in gravi condizioni in parecchie carceri. L'attuale Governo sembra non essere ancora in grado di comprendere realmente le condizioni in cui versa l'amministrazione penitenziaria. Fino ad ora, oltre alle roboanti affermazioni in campagna elettorale e sull'euforia della vittoria alle elezioni, sono arrivati solo ulteriori tagli dalla Legge Finanziaria».

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