Biodigestore del Sannio, l'impianto
sarà realizzato dai privati

Biodigestore del Sannio, l'impianto sarà realizzato dai privati
di Paolo Bocchino
Mercoledì 17 Giugno 2020, 09:39
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Saranno i privati a realizzare l'impianto per il trattamento della frazione organica. La parte pubblica si occuperà invece di indifferenziato e frazioni riciclabili. Il futuro dei rifiuti nel Sannio è scritto nelle 104 pagine delle Linee guida presentate ieri al Consiglio dell'Ente d'Ambito riunitosi alla Rocca. L'organismo presieduto da Pasquale Iacovella non ha trovato l'accordo per approvare al primo tentativo la corposa relazione stilata dal direttore tecnico Massimo Romito, né gli altri punti all'ordine del giorno. Tutto rinviato al confronto calendarizzato per il 23, all'indomani della prevista approvazione della costituzione in Sub-ambito da parte del Consiglio comunale del capoluogo. Complici le assenze di 4 componenti su 12 (Michele Napoletano, Giuseppe Maturo, Gianclaudio Golia, Angelo Pozzuto) e l'abbandono a riunione in corso di Vito Fusco, si è preferito prendere tempo per arrivare a una discussione quanto più partecipata possibile su un tema cruciale per il futuro dei 78 comuni sanniti e del centro irpino Rotondi. Martedì si dovranno sciogliere i nodi in vista di una seduta di Consiglio chiamata a dare il la definitivo al Piano d'Ambito.

Piano le cui direttrici essenziali sono già svelate. La questione fondamentale ruota attorno alla frazione organica, la più consistente e problematica delle 100.000 tonnellate prodotte ogni anno nel Sannio. Sarà una partnership pubblico-privato a garantire l'autonomia provinciale per un segmento i cui costi sono diventati insostenibili per gli enti locali. Il contenimento della tariffa è considerato obiettivo tanto cruciale da far ritenere accettabile l'ingresso di un partner privato. Che sarà uno dei proponenti dei progetti che tanto hanno già fatto discutere l'opinione pubblica: la New Vision per il sito di compostaggio a Sassinoro da 22.000 tonnellate, la tarantina Pantar che prova a costruire un digestore anaerobico da 60.000 tonnellate nell'area Asi tra San Nicola e San Giorgio del Sannio o la Energreen che ha avviato l'iter per il mega impianto da 110.000 tonnellate a Ponte Valentino a Benevento. Il documento non indica quali di questi operatori, titolari di autorizzazioni o richieste di autorizzazione già formalizzate, avrà un futuro.

Ma la strada è tracciata e non prevede una struttura per l'umido realizzata dall'Ato: «Nell'ottica della chiusura del ciclo provinciale dei rifiuti - spiega Iacovella - c'è l'esigenza di avere un impianto per la frazione organica che nel Sannio è quantificabile in 30.000 tonnellate l'anno. Dal momento che esistono già iter autorizzativi in corso, non reputiamo opportuno aggiungere un'ulteriore ipotesi realizzativa di parte pubblica. Piuttosto pensiamo di avviare un partenariato pubblico-privato che coniughi una delle iniziative in atto con le esigenze dell'Ambito». La strada potrebbe dunque essere quella del project financing da discutere nel dettaglio. Già certa l'esclusione di Casalduni dai possibili siti per la creazione di una struttura per l'umido: «Casalduni non tratterà l'umido - assicura Iacovella, primo cittadino del centro del Tammaro - C'è già un impianto Stir che andrà riattivato e prevediamo la realizzazione di una piattaforma multimateriale che irrobustisca le prospettive gestionali dando continuità ai lavoratori della Samte». A completare il ciclo provinciale sarebbe la discarica di Sant'Arcangelo Trimonte per la quale si prevede la riapertura per la frazione residuale che non supererebbe le 10.000 tonnellate annue. Senza dimenticare l'impianto per il trattamento dei rifiuti elettronici a Melizzano. Lapidaria la posizione del delegato del Comune di Benevento Giovanni Quarantiello sul digestore di Ponte Valentino: «Sono contrario. È un impianto sproporzionato per le esigenze della città e del Sannio».
 
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