«Città europea del vino»,
brand per il rilancio del Sannio

«Città europea del vino», brand per il rilancio del Sannio
di Paolo Bocchino
Domenica 17 Febbraio 2019, 13:30
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La storia siamo noi. Il Sannio spera di poterlo dire anche tra 12 mesi quando i riflettori si saranno spenti e la «Capitale europea del vino 2019» potrà essere un brand foriero di sviluppo o solo una lucente stelletta sul bavero. I sindaci di Guardia Sanframondi, Castelvenere, Torrecuso, Sant'Agata de' Goti e Solopaca, pionieri del prestigioso riconoscimento, hanno raccolto ieri sera il testimone da Torres Vedras Alenque, località portoghese tributaria del vessillo nel 2018.

Sul proscenio del San Vittorino di Benevento l'avvicendamento con la consegna della targa ricordo da parte di Josè Calixto, numero uno della Rete europea delle città del vino, al primo cittadino di Guardia Floriano Panza. Il capofila di un progetto che solo pochi mesi fa appariva visionario. Al suo fianco gli omologhi Mario Scetta, Erasmo Cutillo, Carmine Valentino, Domenico Galdiero (in rappresentanza del sindaco Pompilio Forgione). Da ieri quella chimera è realtà, e per un anno farà parlare di sé con iniziative tese a far conoscere l'universo vitivinicolo beneventano e in particolare l'areale di produzione della Falanghina. Un bacino ben più ampio dei 5 antesignani con il coinvolgimento di altri 15 municipi, capoluogo compreso. «Il vino sannita è conosciuto e apprezzato fin dalla notte dei tempi, i Longobardi - ha ricordato il sindaco di Benevento Clemente Mastella - prevedevano persino la pena capitale per chi espiantava le viti».
 
I 10.000 ettari coltivati a vigneto, le 6 milioni di bottiglie di falanghina prodotte, le 150 cantine operanti in provincia, sono numeri che hanno fatto breccia dapprima tra i vertici dell'Associazione nazionale città del vino rappresentata ieri dal presidente Floriano Zambon, quindi nei decisori europei che hanno iscritto i 5 comuni sanniti nel ristretto novero di assegnatari, associandoli a pietre miliari come Marsala e la Valdobbiadene. «Questo è un territorio benedetto da Dio - ha chiosato il governatore regionale Vincenzo De Luca - finora penalizzato dai criteri demografici. Lo valorizzeremo come merita insieme all'intero comparto vitivinicolo. La Campania è la regione che fa registrare il maggior export di settore. Da due anni non si va più ad eventi fieristici come Vinitaly in ordine sparso ma sotto un'unica insegna. Possiamo fare di più. Basti pensare che solo il 30%o del vino campano ha un marchio di denominazione». La Regione molto prosaicamente dovrà accollarsi anche una buona fetta dei finanziamenti necessari a sostenere il programma «Biowine» che vedrà snodarsi per i prossimi 12 mesi eventi a tema.

Non sembra disposta invece a fare ulteriori sforzi la Camera di Commercio, tra le promotrici del riconoscimento. Nel parterre di autorità istituzionali si è fatta notare l'assenza dell'intera giunta camerale dell'ente guidato da Antonio Campese. Non una défaillance casuale: i vertici dell'organismo di rappresentanza delle imprese non hanno condiviso la gestione della kermesse, tacciandola di «approssimazione». E hanno preannunciato «l'indisponibilità assoluta all'organizzazione di ulteriori iniziative relative a Città del Vino 2019». Una tempesta che arriva proprio nella serata di gala, non il modo migliore per partire. Ci si augura che trovino miglior sorte invece le campagne di coordinamento territoriale anticipate ieri al San Vittorino. A cominciare dal Regolamento unico di Polizia rurale che vedrà vincolati tutti gli attori locali, dagli agricoltori ai trasformatori passando per le amministrazioni. Un adempimento immaginato come valore aggiunto in termini di uniformità produttiva, che dovrà però essere coniugato con la necessaria flessibilità per non rivelarsi un nodo asfissiante. Ed è senz'altro quello che si augurano le migliaia di aziende operanti nel comparto e i produttori uniti da anni nel Consorzio di tutela vini del Sannio che hanno il merito di aver fatto sistema all'alba del cammino. Si spera che un qualche input virtuoso possano darlo anche le convention nazionale ed europea delle città del vino annunciate dal sindaco di Castelvenere Scetta e dal presidente della Provincia Antonio Di Maria. La kermesse punteggiata dalle note del Conservatorio Nicola Sala si è chiusa con la consegna di riconoscimenti al presidente emerito della Camera di Commercio Roberto Costanzo e all'ex numero uno della Associazione città del vino Pietro Iadanza.
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