Teatro Comunale, arriva la svolta
maxi caldaia via dal tetto

Teatro Comunale, arriva la svolta maxi caldaia via dal tetto
di Paolo Bocchino
Mercoledì 15 Dicembre 2021, 09:37
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La maxi caldaia andrà via presto dal tetto del teatro Comunale. Arriva una prima svolta nella vicenda legata alla installazione in piena zona Unesco di un vistoso impianto per il condizionamento termico della struttura. A sancirla è stato il sopralluogo congiunto effettuato ieri mattina dal responsabile tutela paesaggistica della Soprintendenza Gennaro Leva e dal fiduciario del Provveditorato opere pubbliche Umberto Musco.

Presenti anche i rappresentanti della ditta esecutrice, la Costruzioni Vitale, con il direttore dei lavori Pasquale D'Alessio. Una presenza tanto vistosa quella del parallelepipedo metallico da rendere persino superflua l'ascesa sul terrazzo del teatro. Leva, Musco e i responsabili della ditta hanno discusso per circa un'ora delle soluzioni da adottare trattenendosi nei pressi dell'ingresso del «Vittorio Emmanuele».

Visitata anche l'area recintata prospiciente piazza Santa Sofia che fa da accesso al cantiere. In tale spazio verrà collocata temporaneamente l'apparecchiatura che sarà rimossa dal tetto entro dieci giorni, stando agli impegni assunti dai referenti aziendali con i funzionari ministeriali. «L'impianto era stato collocato sul tetto già da qualche tempo per ragioni logistiche, ma non in via definitiva - hanno assicurato i referenti della Costruzioni Vitale - Tra qualche giorno avremo la disponibilità dello spazio recintato che finora è stato occupato da materiali di cantiere e potremo così togliere l'Uta (unità di trasformazione aria, ndr) dal terrazzo del teatro».

Una risposta migliorativa dettata dal senso comune che ha vissuto la collocazione dell'ingombrante manufatto in pieno corso Garibaldi come un affronto al decoro e alle dichiarate prospettive turistiche della città. Ma il nuovo Comunale che si accinge a tornare in attività dopo un decennio di chiusura avrà pur bisogno di un impianto di condizionamento. Dove sarà posizionata la grande centrale termica, utile ma antiestetica? Un interrogativo al quale il summit di ieri non ha dato risposte, se non abbozzate: «Al momento non è stata individuata la soluzione tecnica che verrà attuata - spiega Musco, primo responsabile del procedimento - La troveremo di concerto con la Soprintendenza e con la ditta, nell'ambito del progetto di variante che era già in fase di predisposizione per alcune integrazioni resesi necessarie in corso d'opera. Sicuramente sarà una scelta che terrà conto della innegabile importanza storico-paesaggistica dei luoghi coinvolti. È però opportuno puntualizzare - aggiunge il funzionario beneventano - che l'impianto non è stato collocato adesso per la prima volta sul terrazzo del Comunale, dove è sempre stato presente un dispositivo analogo ancorché di dimensioni più contenute. Ma andando a riqualificare il teatro, non si poteva non tenere conto dell'imprescindibile funzione svolta da un impianto che è in grado di assicurare riscaldamento e refrigerazione dell'intera struttura».

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A vigilare sul buon esito delle procedure sarà la Soprintendenza che ha preteso ieri, non senza qualche accento perentorio, l'individuazione di una opzione pienamente rispettosa della importanza storica di un'area consacrata tra i patrimoni mondiali dell'Umanità: «La committenza dei lavori (il Provveditorato, ndr) dovrà fornirci un progetto dettagliato e graficamente illustrato della nuova scelta tecnica che intenderà adottare. È del tutto evidente che non potrà ricalcare quella che vediamo oggi, assolutamente incompatibile con il disciplinare di una buffer zone Unesco, e anche soltanto con la presenza nel centro storico di una città come Benevento. Daremo il nulla osta al prosieguo dei lavori a condizione che la nuova collocazione sia rispettosa dei luoghi». Una posizione apparentemente intransigente da parte dell'ufficio ministeriale che del resto ha già dato prova di non voler chiudere un occhio davanti ai casi di problematica coabitazione tra vestigia passate e attività contemporanee. Emblematica la vicenda dehors che ancora si trascina irrisolta dopo anni di querelle tra commercianti, uffici comunali, giudici e Soprintendenza. Adesso si attendono i nuovi orientamenti del Provveditorato in merito al progetto di variante tecnica che dovrà recepire anche alcune modifiche all'impiantistica, effetto di carenze progettuali che hanno avuto un ruolo anche nel «caso caldaia». L'auspicio collettivo è che la vicenda non paralizzi a lungo l'agognata riapertura al pubblico del teatro più amato dai beneventani. Si punta a tagliare il nastro in primavera, contrattempi permettendo.
 

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