Edilizia, boom assunzioni
ma nodo figure «green»

Edilizia, boom assunzioni ma nodo figure «green»
di Antonio Mastella
Domenica 20 Febbraio 2022, 11:44 - Ultimo agg. 21 Febbraio, 16:29
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Tra gennaio e marzo dell'anno in corso sono previste 3650 assunzioni da parte delle aziende sannite, 790 in più rispetto a quelle prefigurate nello stesso periodo del 2021. Nei primi 31 giorni del 2022, in particolare, si sono resi disponibili circa 1.400 impieghi. È, in sintesi, quanto emerge dal report trimestrale curato da UnionCamere-Anpal, sistema informativo Excelsior, sulla base delle esigenze dell'imprenditoria e in ragione dei profili professionali e del livello di istruzione necessari a garantirne le relative strategie produttive. Va subito aggiunto che le assunzioni programmate nel 29% dei casi sono a tempo indeterminato; le altre, a tempo, in quanto disciplinate con convenzioni dalla durata predefinita. La fetta più grande di questo tipo di accordo, che non dà stabilità, è costituita dal 43% di rapporti contrattualizzati con la formula del tempo determinato; arrivano al 2% quelli con la qualifica di apprendistato; al 9% l'impiego per somministrazione; al 3% la tipologia dei Co.co.co.. È del 5%, infine, il ricorso ad altre forme di convenzioni.

Scorrendo i dati elaborati dall'indagine e relativi ai principali settori di attività, si scopre che la quota maggiore di occupazione messa a disposizione viene dal mondo delle costruzioni: dal primo gennaio al 31 marzo occorreranno 710 figure professionali di varia natura per soddisfarne le esigenze. Segue, a pochissima distanza, il comparto dei servizi alla persona: per garantire la regolarità e la capillarità sul territorio di una realtà lavorativa volta prevalentemente al sociale si rendono indispensabili 680 unità. Terzo, nella graduatoria delle richieste, il commercio, che avrà bisogno di 570 operatori sempre nell'arco di tempo considerato.

Penultima è la sezione che fornisce servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio: occorrono 280 persone. Fanalino di coda, l'insieme delle industrie meccaniche ed elettroniche, che deve coprire 150 posti vacanti. Le entrate sono state ovviamente programmate anche per livello di istruzione. Per i laureati, a gennaio, sono arrivate al 20%; al 29%, per diplomati delle scuole superiori; al 17%, per i possessori di qualifica o diploma professionale. È stata, infine, del 30% la quota di quelli che non sono in possesso di alcun titolo di studio.

Spostando l'analisi sui profili professionali di cui l'«Azienda Sannio» ha bisogno per colmare i vuoti sino a marzo, viene fuori che un 40% riguarda specificamente operai specializzati e conduttori di impianti; si attesta poi al 24% l'esigenza delle imprese di reperire dirigenti, specialisti e tecnici; scende quindi al 19% il bisogno di professioni commerciali e nel campo dei servizi. Per colmare il fabbisogno di impiegati, infine, la domanda si ferma al 9%. Un dettaglio va segnalato perché la dice lunga sulle possibilità a disposizione dei giovani: solo una quota pari al 19 per cento prevede che siano occupati gli under 30. Per una frazione pari all'80 per cento delle entrate viene richiesta una esperienza professionale specifica o, almeno, nella stessa area di produzione. Occorre a questo punto sottolineare che, alla fine, le imprese prevedono difficoltà in 39 casi su cento a trovare le figure professionali indispensabili al loro ciclo produttivo; vale a dire che oltre un terzo dell'offerta resterà verosimilmente inevasa.

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«Non mi meraviglia più di tanto dice Luciano Valle, segretario generale della Cgil - se si avranno problemi nel reperimento di personale con grande affanno delle aziende. È nel settore edile, prevedibilmente, che questo si verificherà. Nel 2021 sono nate non meno di 800 le imprese legate, in particolare, alle possibilità createsi grazie al superbonus; rischiano di bloccarsi in tante perché manca il personale specializzato di cui vi è bisogno. Più in generale, la domanda dell'impresa resta inevasa o poco coperta perché siamo privi di professionalità maturatesi in determinati settori ad alta specializzazione. È un gap in primo luogo scolastico e di formazione che va eliminato». Che sia questo lo scenario prefigurato dal leader cigiellino lo conferma Antonio Campese, presidente della Claai, l'associazione che conta come soci circa 500 ditte edili: «Mancano, ad esempio, figure come i montatori di cappotti termici. Abbiamo dato vita a dieci corsi di formazione di questa tipologia di tecnici; 200 hanno acquisito il patentino e il mercato ne chiede ancora». È dunque indispensabile che si metta mano a una formazione capace di affrontare le novità che caratterizzano il mondo produttivo nel suo complesso. «In questa ottica annuncia Campese stiamo mettendo a punto una convenzione con UniSannio per preparare i quadri, soprattutto green quelli, cioè, funzionali al governo della transizione ecologica. Più in generale bisogna che l'istituzione scuola si adegui a una realtà produttiva in continua evoluzione».

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