Benevento: nel Pd scontro senza fine,
ipotesi De Stasio per il centrodestra

Benevento: nel Pd scontro senza fine, ipotesi De Stasio per il centrodestra
di Paolo Bocchino
Lunedì 7 Giugno 2021, 09:06
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E Lucio Lonardo parlò. Richiesta espressamente da FdI come condizione di «procedibilità» della candidatura, l'attesa presa di posizione del medico designato da Forza Italia è arrivata. Un testo fluviale che probabilmente non va nella direzione indicata dai meloniani, ovvero la dichiarazione di appartenenza al centrodestra senza se e senza ma. Lonardo fa poco per smussare gli angoli e non va oltre la proposta di un tavolo: «Non ho mai incontrato i vertici di Lega e di Fdi che, leggo, esprimono perplessità. Ritengo doveroso stigmatizzare i commenti delle altre formazioni sul sottoscritto in assenza di qualsivoglia abboccamento» premette. Duro il giudizio sull'amministrazione in carica: «Espressione politica che continua ad essere distante dalle attese, dalle speranze, dai bisogni reali della società civile. La città in questi 5 anni è riuscita a sopravvivere perché, come il barone di Munchausen, si è sollevata dallo stagno afferrandosi per il codino». «In pista - aggiunge - ci sono già due validi candidati come Perifano e Moretti, espressioni di importanti nuclei familiari da sempre inseriti nel tessuto sociale cittadino». E il centrodestra, del quale teoricamente Lonardo dovrebbe essere il rappresentante? «Affinché la democrazia possa esprimersi appieno - rileva l'ex presidente di Asia - manca il confronto con la formazione di centrodestra perché è probabile che la maggior parte dei voti li abbia proprio il centrodestra ma spesso è incapace di esprimerli. Avrebbe senso se questa compagine fosse coesa per cui, non so se ci saranno o meno futuri confronti con il sottoscritto, ma di certo non è mia intenzione fare lo scarrupatore».

Dunque, la domanda cruciale: Lucio Lonardo si propone alla guida dello schieramento? «Vedo il mio nome accostato a quelli prestigiosi di De Stasio, Paolucci, Viespoli - risponde sibillino -. Parlare in prima persona è altamente improprio. Mi permetto di suggerire l'appropriatezza nella scelta del candidato in un tavolo congiunto sulla base di un progetto di città. Si eviterebbe così il rischio dell'aspettativa messianica del Salvatore». Ma il saggio politologico di Lonardo sembra destinato a non sortire effetti. Fratelli d'Italia è fermamente intenzionata a chiudere già oggi al tavolo con una intesa definitiva che non passerà sicuramente per il nome di Lonardo. «Domani sera (stasera, ndr) troveremo una sintesi» assicura Mimmo Matera. La soluzione potrebbe passare per il passo indietro di Paolucci a beneficio di De Stasio che a quel punto diventerebbe candidata di Lega, Fdi e civiche, ma probabilmente non di Fi.

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Nel centrosinistra intanto Pd ancora al centro della scena. Dopo la contestatissima assemblea di Molinara, 20 componenti chiedono le dimissioni di Carmine Valentino da segretario provinciale, reo di aver portato a termine l'assise malgrado l'altolà dei vertici regionali, come rilevano Filomena Laudato, Cosimo Lepore, Domenico Vessichelli, Giuseppe Lamparelli, Antonio Iorillo, Luigi Varricchio, Umberto Schipani, Riccardo Iasiello, Luigi Alloro, Giovanni Moriello, Mario Landolfi, Carlo Alberto Aldi, Aurelio Grasso, Adele De Mercurio, Carmine Pesce, Daniela Giordano, Pasqualina Latessa, Walter Luisi. Al segretario addebitano « atteggiamenti autoritari e irrispettosi non compatibili con il ruolo di guida di una comunità politica articolata e plurale». In sintonia Raffaele Del Vecchio: «Chiedo a Carmine Valentino di dimettersi. Il Pd del Sannio è nelle mani di un ristretto gruppo di dirigenti che danno vita a una gestione padronale e autoritaria che ha allontanato dal partito la maggior parte dei nostri amministratori locali e dirigenti politici». La segreteria provinciale intanto tira dritto verso il congresso di luglio: «Sarà quella l'occasione per confrontarsi e misurarsi democraticamente, con l'obiettivo di rilanciare e rinnovare la proposta politica e la classe dirigente». Quanto alle richieste dimissioni di Valentino, da corso Garibaldi si fa notare come «la convocazione del congresso rende di fatto dimissionario il segretario».
 

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