Emergenza rifiuti, l'Asi dice no:
veto sulla frazione umida nella Seif

Emergenza rifiuti, l'Asi dice no: veto sulla frazione umida nella Seif
di Gianni De Blasio
Domenica 1 Settembre 2019, 14:00
3 Minuti di Lettura
L'Asi stoppa la ditta Seif srl che, nel suo impianto di Ponte Valentino, ha proposto istanza per essere autorizzata a operare un consistente aumento dei quantitativi di rifiuti organici urbani stoccabili e nell'adeguamento del sistema di abbattimento delle emissioni diffuse. Dalle 10 tonnellate attuali, l'azienda vorrebbe balzare a 21 mila. L'esito dell'istanza si conoscerà a conclusione della conferenza di servizi indetta dall'Unità Operativa Dirigenziale per le Autorizzazioni Ambientali e Rifiuti della Regione, cui debbono pervenire entro domani i pareri di tutti gli enti competenti.
 
Intanto, sull'iter procedurale ecco piazzarsi un macigno non facilmente aggirabile, il comitato direttivo del nucleo industriale ha detto no, pronunciandosi negativamente. Il Consorzio Asi, istituzionalmente, non si limita ad assegnare aree, ma autorizza iniziative produttive valutandone sia le ragioni di contesto, ovvero la sostenibilità rispetto alle aziende già insediate (nella considerazione che nell'agglomerato industriale di Ponte Valentino è qualificante l'insediamento di aziende che operano nel settore agroalimentare), sia valutandone i bisogni infrastrutturali e le utilities di cui l'iniziativa produttiva necessita. Risale a dieci anni fa la localizzazione della ditta Seif nel perimetro del nucleo, confortata dal parere relativo all'insediamento di un'attività di piattaforma industriale atta allo stoccaggio di rifiuti speciali di origine industriale/farmaceutica. L'Asi non riscontrò controindicazioni all'esercizio della predetta attività produttiva. Successivamente, però, il Consorzio, a seguito di rilievi Arpac, avviava l'iter di riesame dell'autorizzazione concessa, annullandola. La ditta Seif non impugnava la delibera del comitato direttivo, per cui risultava priva di autorizzazione a ricevere rifiuti solidi organici urbani.

È di un mese e mezzo fa, il sequestro del sito che ospita la frazione organica, la frazione umida dei rifiuti, con denuncia alla Procura della Repubblica a carico del legale rappresentante dell'azienda. Un'operazione congiunta che vide impegnati gli uomini del Nipaf, il nucleo investigativo provinciale di polizia ambientale e forestale, della Polizia Municipale e dell'Arpac di Benevento, che constatarono la presenza di 375 metri cubi di rifiuti biodegradabili privi di autorizzazione.

La capacità produttiva per la quale la ditta è autorizzata non può eccedere le seguenti quantità: per i rifiuti non pericolosi mille metri cubi (equivalenti a 125mila tonnellate all'anno); per rifiuti pericolosi 600 metri cubi (che corrispondono a 100mila tonnellate all'anno). Oltretutto, la ditta non può immettere nella rete fognaria consortile delle «acque bianche», scarichi provenienti dall'attività di stoccaggio e/o movimentazione di rifiuti, che vanno immesse esclusivamente nella rete consortile delle acque nere, previo formale assenso da parte del Consorzio Asi, così come previsto dal regolamento consortile, assenso che non può essere rilasciato in assenza di autorizzazione all'iniziativa stessa.

Pertanto, il comitato ha espresso parere negativo sulla richiesta di modifica non sostanziale presentata dalla ditta Seif. Se fossero autorizzate le 21mila tonnellate alla Seif, il quantitativo complessivo da stoccare nel Sannio ammonterebbe a 76mila tonnellate, tenuto conto delle 22mila tonnellate dell'impianto di trattamento della frazione umida di Sassinoro e delle di 33 mila tonnellate del biodigestore di Casalduni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA