«Gesesa, sì alla proroga l'Alto Calore si salverà»

«Gesesa, sì alla proroga l'Alto Calore si salverà»
di Paolo Bocchino
Domenica 8 Maggio 2022, 11:22
4 Minuti di Lettura

Gli indirizzi strategici mercoledì in Consiglio segnano la sua prima tappa da coordinatore del Distretto Calore Irpino dell'Ente idrico. Come affronterà il nodo affidamento?
«La particolare condizione di Alto Calore impone velocità di azione e attenzione da parte dell'Eic, del Distretto, di tutti i Comuni. Non possiamo consentirci distrazioni e superficialità. Noi ci stiamo lavorando responsabilmente e assiduamente per addivenire alla soluzione più condivisa».
Le traversìe finanziarie di Alto Calore sono sotto la lente della magistratura fallimentare. Ritiene vi siano margini per la sopravvivenza della società?
«Va dato atto al presidente Michelangelo Ciarcia dell'opera che sta svolgendo per l'azienda e i territori serviti. Si sta assumendo responsabilità importanti. Dall'ultima Assemblea è scaturito un discorso convincente circa la salvaguardia di un soggetto storico con grandi competenze, interfacciandosi con la magistratura. Credo si stiano ponendo le basi perché Alto Calore si salvi».
Il mancato affidamento del servizio da parte dell'Eic ha causato la bocciatura dei progetti per i fondi Pnrr sulle reti. Stanno per scadere i termini del secondo bando: nuovo flop?
«Stiamo lavorando per centrare la finestra di ottobre, conseguentemente alla definizione celere degli affidamenti. Sono già in allestimento di Gesesa e Alto Calore progetti importanti per Sannio e Irpinia. Il sindaco di Benevento Clemente Mastella, cui do atto dell'impegno costante per il territorio, è incalzante sul tema. Le ragioni di parte devono cedere il passo a quelle dei territori, principio che mi ha sempre ispirato».
Gesesa ha attraversato momenti non facili. Considera praticabile la proroga da parte del Comune di Benevento? E in prospettiva, quali chance ha di aggiudicarsi il servizio?
«In questa fase delicata sono in discussione tutti gli assetti. I nuovi dovranno garantire maggiori efficienze ed economicità delle gestioni, per cui credo che il tempo di una proroga si renda assolutamente necessario. Gesesa è un soggetto con importanti requisiti, ma parlare oggi di aggiudicazione del servizio senza individuare il sistema di gestione è impossibile».
Come valuta la istituzione di un Distretto tutto sannita?
«La configurazione degli ambiti omogenei molto spesso coincide con i confini provinciali, per cui non sarebbe un'anomalia. Nell'ultima assemblea di Alto Calore, i sindaci sanniti hanno affrontato il tema in termini positivi. Se tale ipotesi si affermerà, il Consiglio di Distretto sarà tenuto a esaminare il percorso. Ipotesi che deve incontrare la volontà della Regione».
La Diga di Campolattaro è un'occasione per il Sannio ma piovono allarmi sul rischio beffa. In particolare da Coldiretti, ma anche dall'ex sottosegretario alle Infrastrutture Umberto Del Basso De Caro. Quale ruolo avrà l'Ente idrico?
«Dopo quasi mezzo secolo di assoluta indifferenza, finalmente la Regione assume iniziative candidando la Diga a essere il più importante intervento Pnrr in Italia su tali infrastrutture, con oltre 500 milioni di investimento. Bisognerebbe ricordare a chi si erge a patriota provinciale dell'acqua che la Regione, nell'ambito del Piano di Bacino distrettuale, ha competenze sui Piani di tutela delle acque e sul Piano degli acquedotti, che devono contenere misure volte ad assicurare l'equilibrio del bilancio idrico tenendo conto delle disponibilità e del minimo deflusso vitale. Questo progetto assicurerà acqua potabile a vantaggio del 70 per cento del Sannio per l'idropotabile, e sarà ad uso esclusivo della nostra provincia per l'utilizzo agricolo. Permetterà di superare definitivamente le ricorrenti condizioni di carenza idrica del periodo estivo, in particolare nel capoluogo, derivanti dal contingentamento della fornitura dalle sorgenti molisane del Biferno».
Cosa ne pensa del progetto sulla Diga illustrato dal vicegovernatore Bonavitacola nell'ultimo incontro svoltosi a Benevento?
«La condivido. Sì alla definizione con le organizzazioni agricole di un'ipotesi progettuale che completi le infrastrutture su tutti i territori provinciali irrigabili. Per la gestione, la parte irrigua può immaginarsi affidata al Consorzio di bonifica Sannio Alifano, previo allargamento del perimetro per adesione dei nuovi comuni serviti. Per la parte idropotabile, è da stabilirsi, sapendo che la Regione è titolare della concessione di derivazione e competente sulle reti che interessano più Distretti.

Sono fiducioso: l'intesa prevarrà e il Sannio vedrà affermate le proprie esigenze».

© RIPRODUZIONE RISERVATA