Giuliana Danzè massacrata di botte dall'ex:
«Ci metto la faccia, questo non è amore»

Giuliana Danzè massacrata di botte dall'ex: «Ci metto la faccia, questo non è amore»
di Daniela De Crescenzo
Domenica 27 Giugno 2021, 12:00 - Ultimo agg. 16:46
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«Non è stato facile postare un video che mostrasse le mie ferite, ma ho deciso di farlo perché è importante che tutti, uomini e donne oggetto di violenza trovino la forza per reagire e per denunciare»: Giuliana Danzè fino a due giorni fa era conosciuta solo per le sue doti vocali, di mestiere fa la cantante, ma ora su internet vola il video nel quale mostra i segni delle percosse che ha subito dal compagno e lancia un appello: «Io oggi ho deciso di metterci la faccia e a tutte le donne dico: ricordate che l'amore non è violenza, ricordate che non è colpa vostra».

Dopo il suo appello ha ricevuto messaggi di solidarietà?
«Certo, moltissimi.

Tanti arrivano da donne che hanno subito senza trovare la forza di reagire. È sconvolgente il silenzio che spesso avvolge questi episodi. Ma io adesso mi sento confortata perché penso che siamo in tante ad aver subito e che insieme possiamo finalmente cambiare qualcosa».

Cosa le scrivono le donne che la contattano?
«Tante mi dicono Grazie per il coraggio che hai mostrato. Mi auguro che presto qualcuno mi ringrazi per aver trovato il coraggio di denunciare a sua volta».

Lei non vuole parlare dell'episodio che la ha coinvolta. Perché?
«Perché di quello che è successo si stanno occupando forze dell'ordine e magistrati. La mia vicenda privata non è importante, è importante che io abbia trovato la forza di reagire. È importante che tutti, uomini e donne, si soffermino a pensare che la violenza non è una cosa normale, che i rapporti tra le persone non possono basarsi sulla sopraffazione. Bisogna voltare pagina. Adesso».

È rimasta a lungo in ospedale, poi, una volta tornata a casa ha postato il video. Come è arrivata alla decisione di girarlo?
«Continuavo a pensare a quello che è mi è successo, non riuscivo a farmene una ragione. Poi ho deciso che il mio dolore doveva diventare qualcosa di utile a tutte le persone che si trovano nella mia situazione. Del resto io sono sempre stata sensibile al tema della violenza, in passato ne ho discusso spesso con mia mamma. In un primo momento ho pensato di rendere pubblica una fort con una didascalia. Poi ho concluso che fosse più efficace girare un video e l'ho fatto».

Lo ha postato subito?
«Prima lo ho mostrato a mia madre e mio fratello. Loro sono scoppiati a piangere. Allora ho capito che avevo il sostegno della mia famiglia e ho deciso di rendere pubblica la mia storia e di lanciare l'appello».

Si aspettava che il suo post diventasse virale e che la gente le mostrasse tanta solidarietà?
«Non sapevo quello che sarebbe successo, non lo immaginavo. Ma sapevo quello che io dovevo fare. Certo, volevo fare rumore, ma non pensavo di provocarne tanto. Solo adesso sto realizzando quello che sta accadendo». 

Sono arrivati commenti offensivi?
«Pochi, e io comunque non mi ci sono molto soffermata. Mi hanno colpito molto di più le storie che emergono dai commenti: ci sono i racconti di tante persone che hanno subito per anni. Per questo sono convinta: non è importante la mia storia, è importante il dolore di tutti quelli che subiscono. Vorrei urlare al mondo: non rimanete, scappare denunciate. È questo che ho tentato di fare con il video. Lo ripeto: io non voglio per svergognare nessuno, ma dopo quello che è accaduto mi sono sentita come una nullità, ma nessuno si deve considerare spazzatura».

È finita in ospedale. Se lo aspettava?
«Assolutamente no. Non avrei mai pensato di subire un'aggressione fisica».

Le hanno scritto anche degli uomini?
«Sì, certo, tantissimi. E questa cosa mi ha insegnato tanto. Un ragazzo mi ha raccontato di aver subito violenza e io mi vergogno per quello che gli hanno fatto».

Messaggi dal mondo della politica?
«Si, da uomini e da donne di tutti gli schieramenti».

Se la sente di perdonare chi le ha fatto del male?
«Io penso che il perdono nella vita sia una cosa importante. Perdonare, però, non significa tornare sui propri passi, ma andare avanti. Nessuno deve avere paura». 

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