Il lungo corteo si snoda da via Milano a piazza Annunziata, attraversando corso Montella. Airola saluta il suo senatore, nel pomeriggio di una giornata invernale. Silenzio e rispetto, lacrime e dolore: centinaia di persone affollano la chiesa dell'Annunziata per l'ultimo saluto a Mino Izzo. Il coro lo accoglie intonando Eccomi, tra i banchi e le navate ci sono politici di tutti i livelli istituzionali e tanti sindaci del Sannio. Sull'altare c'è il vescovo, Giuseppe Mazzafaro e i sacerdoti. E poi la moglie e i figli, parenti, amici e tanta gente.
«Era il senatore del popolo - esordisce l'alto prelato - uno di noi per la sua cordialità, ha sempre unito fede e impegno. Ci sentiamo più poveri e diminuiti quando perdiamo qualcuno a cui siamo legati ma Mino oggi ci aiuta a guardare il cielo, a volte così grande da spaventare. Per lui - evidenzia Mazzafaro - la politica era il suo modo di amare il territorio. Non c'è paese del Sannio che non abbia ricevuto attenzione istituzionale, in modo imparziale, senza colore politico. Vedere quanto amore si è stretto intorno a lui, ci fa capire che il senso della vita si ritrova in ciò che si dona agli altri».
Il sindaco di Airola, Vincenzo Falzarano, porta il saluto di Clemente Mastella, assente ai funerali, poi prende la parola. «Se ne va un galantuomo della politica, un cittadino illustre, sempre disponibile e generoso - ricorda emozionato -.
Presenti anche l'ex ministra Nunzia De Girolamo e Fulvio Martusciello, europarlamentare di Forza Italia. Interviene, quindi, Antonio Barbieri. «Tutte le sue esperienze politiche - afferma - sono state realizzate e vissute per ispirazione e grande passione. Non ha raggiunto le sue mete per volontà del leader politico di turno, ma perché la gente si riconosceva in lui». Ricorda «il rapporto di fraterna amicizia» e conclude con la parole di un romanziere: «Certamente ci rivedremo e con gioia e letizia racconteremo l'uno all'altro tutto ciò che è stato». Un ricordo dell'avvocato Vittorio Fucci, poi le parole commosse dei figli. Ringraziano tutti «come avrebbe fatto lui», ricordano «il suo sorriso, fino alla fine». Pierpaolo riferisce che i messaggi più belli sono quelli ricevuti dai suoi coetanei. «Noi giovani abbiano bisogno di esempi e tu ci insegni che si può essere un politico, restando una persona perbene. Eri l'amico di sempre, ora sarai l'amico per sempre». Chiede a tutti di accarezzare i propri genitori tornando a casa, «perché in questi momenti ci si rende conto di non averlo fatto abbastanza».