Lavandaie, corto e spot «green»: un documentario nei festival

Intorcia: "Vogliamo risvegliare il legame tra la popolazione e il fiume"

Lavandaie, corto e spot «green»: un documentario nei festival
Lavandaie, corto e spot «green»: un documentario nei festival
di Marianna D'Alessio
Giovedì 14 Settembre 2023, 09:20
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«Per il cortometraggio "Rievocazione delle Lavandaie" puntiamo alla partecipazione a festival nazionali e internazionali»: parola di Michele Intorcia, vice presidente dell'Archeoclub «Apicium» che ha promosso la realizzazione del documentario, proiettato per la prima volta ad Apice qualche settimana fa e che, in queste settimane, è in fase di post-produzione per la didascalia in inglese, che ne consentirà la visione anche all'estero.
Il documentario racconta, attraverso le immagini, il duro lavoro delle lavandaie e, contestualmente, l'utilizzo dei fiumi e dei luoghi circostanti nei decenni addietro.

Una ricostruzione storica realizzata anche grazie al ricordo delle persone che hanno vissuto in prima persona gli anni in cui il fiume era parte essenziale della vita della comunità. «Non è soltanto una rievocazione - racconta Intorcia, che ne è anche l'ideatore - ma è pure uno strumento che aiuta a risvegliare, come nei fatti è già accaduto, quell'antico legame tra la popolazione e il fiume che era centro di convivialità, oltre che strumento di vita quotidiana. Ad animare il progetto c'è non solo la voglia di recuperare storicamente il ruolo del corso d'acqua ma anche una forte vocazione ambientalista.

Faccio parte dell'ultima generazione che da giovane ha potuto fare il bagno nel fiume. Rigenerarlo, renderlo di nuovo fruibile, farebbe bene all'ambiente ma aiuterebbe anche a migliorare la qualità della vita. È una forma di riavvicinamento e riappropriazione di un luogo che in passato brulicava di persone e di bellezza ambientale».

Protagoniste del corto, girato nei mesi di luglio e agosto sulle sponde del fiume Calore, presso il Ponte Appiano e nel borgo di Apice Vecchia, una quindicina di donne accompagnate da tre bambini e un asinello. I protagonisti del corto sono Carmela Frusciante, Filomena Porcelli, Antonella Morante, che è anche una delle sceneggiatrici insieme ad Angela Albanese, Maria Pia Rubino, Ines De Leucio, Grazia Luongo, Elena Mirra, Ester Zullo, Raffaella Zullo, Carmen e Maria Francesca Pignone, Giuseppe, Alessandro e Claudia Mesisca, Grazia e Sara Errico. La scenografia è a cura di Walter Mesisca e Alessio Errico, presidente di Archeoclub.

La sceneggiatura, con i suoi dialoghi e canti del periodo insieme ai costumi, sono stati curati e ricercati da Angela Albanese e Antonella Morante. Il video è stato girato e montato da Dario Montenigro, che ha assunto per il corto il ruolo di regista e di compositore di alcuni brani creati per la colonna sonora. A collaborare alla regia, Marika Saccone.

Video

«Ho visto in tutte le donne che hanno partecipato e in quelle che hanno vissuto quei momenti da bambine - racconta Intorcia - un richiamo antico e potente. Sono la testimonianza vivente del profondo legame che univa le persone al fiume e spero che siano le donne a risvegliarlo».
Intorcia racconta che l'idea di recuperare storicamente il ruolo del fiume nella comunità locale nasce anche da un altro progetto a cui si sta dedicando. Un report sul fiume Isar, in Germania, dove «sussistono livelli di benessere e qualità della vita legati all'ambiente che andrebbero applicati  ovunque». Intorcia, nel suo report, racconta quindi l'esperienza vissuta a Monaco di Baviera, dove ha intervistato il biologo e promotore della rinascita del corso d'acqua, il professore Nico Doring di Murnau, paese bavarese immerso tra laghi, fiumi e catene montuose. «L'Archeoclub di Apice è una realtà nata da poco - conclude lo stesso Intorcia - eppure in pochi mesi ha lavorato fattivamente in funzione della comunità, portando a compimento diversi progetti. Speriamo quindi di proseguire su questa strada».
 

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