Atto aziendale Ospedali riuniti,
Mastella presenta ricorso al Tar

Atto aziendale Ospedali riuniti, Mastella presenta ricorso al Tar
di Gianni De Blasio
Giovedì 27 Settembre 2018, 12:00
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Ricorso al Tar contro l'atto aziendale dell'azienda ospedaliera «S. Pio», ex «Rummo». Lo ha proposto il primo cittadino di Benevento Clemente Mastella, in qualità di presidente dell'assemblea dei sindaci, tenendo fede a quanto annunciato in primavera, subito dopo l'adozione e approvazione del provvedimento da parte del direttore generale. Renato Pizzuti, che sabato era in prima fila a Telese sfidando i dardi cocenti di un sole agostano, per ascoltare il presidente della Regione De Luca, proprio ieri ha dichiarato: «Considerando che l'atto aziendale discende direttamente da un decreto, io non posso decidere arbitrariamente di modificarlo». Ora corre il rischio che l'atto venga annullato dalla giustizia amministrativa. I motivi di impugnazione proposti sarebbero da riscontrare nei profili di illegittimità esposti nell'atto introduttivo, nella violazione e/o falsa applicazione della normativa nazionale e regionale - il decreto legislativo 502/1992 che riordinò la disciplina in materia sanitaria, nonché la legge regionale 32/94, oltre al decreto del commissario ad acta /2013 - sia in merito all'iter di approvazione dell'atto aziendale, che in relazione al suo contenuto, per omessa indicazione od incerta individuazione della dotazione organica dei due ospedali facenti capo alla «San Pio».

In particolare, il motivo determinante l'annullabilità degli atti impugnati è stato individuato nella omessa preventiva convocazione della conferenza dei sindaci, organo collegiale la cui consultazione risulta obbligatoria come indicato dalla predetta normativa, al fine di consentire la partecipazione delle comunità locali all'organizzazione della struttura dell'Azienda ospedaliera: in un settore importante e delicato quale quello della salute pubblica il contributo dei cittadini, per il tramite dei loro rappresentanti, costituisce il modo per dare «voce» alle esigenze sanitarie della popolazione.
 
In sintesi, le medesime motivazioni addotte dal sindaco di Caserta, che inoltrò ricorso avverso l'azienda ospedaliera «S. Anna e S. Sebastiano», evidenziando che nell'iter di approvazione dell'atto aziendale non vi era stata la consultazione del comitato di rappresentanza dei sindaci. Era stato ignorato il decreto del commissario ad acta n. 18/2013, articolo 11.1, laddove si legge che «l'atto aziendale è adottato dal direttore generale, previo parere del collegio di direzione, informati preventivamente e sentiti il comitato di rappresentanza dei sindaci, il Consiglio dei sanitari e i sindacati». Il Tar Napoli, con sentenza n. 1609/2017 accolse il ricorso annullando l'atto aziendale. «Ho segnalato, a più riprese, la nullità dell'atto aziendale prodotto dal direttore generale dell'ospedale di Benevento, approvato senza che io lo abbia mai visionato e senza il parere del consiglio dei sanitari», dichiarò Mastella. A distanza di 5 mesi, ecco l'opposizione al Tar.

La battaglia ingaggiata deriva dai timori di un declassamento del «Rummo». Perplessità fondate non solo su un atto aziendale che non prevede il rafforzamento del presidio cittadino, anzi, a loro dire, lo depotenzia, ma dovute alla eventuale non rispondenza del presidio ai dettami del decreto del Ministero della Salute 70/2015, laddove si stabiliscono gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera, con declassamento a Dea di I livello. Anche qualche giorno fa, a fronte della rassicurazioni venute dal governatore De Luca, sia i parlamentari 5 Stelle che la senatrice Lonardo hanno fatto notare che l'atto aziendale, così com'è, non consente il mantenimento di Dea di II livello.
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