Pasqua, boom Sannio agriturismi sold out vince il "fuori porta"

Affari d'oro per i ristoranti della provincia

Pasqua, boom Sannio agriturismi sold out vince il "fuori porta"
Pasqua, boom Sannio agriturismi sold out vince il "fuori porta"
di Antonio Mastella
Sabato 30 Marzo 2024, 09:36 - Ultimo agg. 1 Aprile, 17:30
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Il rito della gita "fuori porta" in occasione delle imminenti feste pasquali sarà più che mai praticato. Presi letteralmente d'assalto, gli agriturismi disseminati sul territorio sono praticamente vicini a registrare il tutto esaurito. Chi si deciderà solo in queste ore di prenotare un tavolo insieme con una camera, magari, per trascorrervi il fine settimana, avrà vita dura a trovare una struttura che abbia ancora disponibilità. E così questo settore dell'agriturismo, a dispetto di costi di gestione rincarati con conseguente ritocco, a salire, dei listini, è vitale per l'economia locale. È una voce del prodotto interno lordo sannita significativa, che scoppia di salute; stando ai dati raccolti dai competenti uffici regionali, ne conta, ufficialmente, 176.

Il Sannio così è secondo solo a Salerno, che ne annovera 286; viene prima di Avellino (174), Napoli, (147) e Caserta (105). Mette a disposizione circa seimila "coperti" e oltre 500 posti letto, con un fatturato che sfiora, in un giorno a pieno regime, come quello che si profila, i 400mila euro e passa di introiti. Che sia questa la realtà, lo conferma Antonio Carbone, agrichef di «Campagna amica», vicepresidente provinciale dell'associazione cuochi, titolare del «Ristoro del Viandante», sistemato, con annessi allevamenti e orti, su dieci ettari della campagna che circonda San Giorgio del Sannio. «È da settimane osserva che sono costretto a rifiutare le richieste.

Siamo pieni sia per Pasqua sia per lunedì in albis». Ai suoi 90 ospiti permetterà di gustare due dei piatti forti della tradizione: pizza piena e agnello alla brace. Non mancherà, per concludere, la pastiera.

Il tutto costerà 35 euro, cinque in più rispetto all'anno scorso «per coprire i costi è la spiegazione del ristoratore - soprattutto di energia elettrica e gas cresciuti in maniera esponenziale». Registra il sold out Roberto Zeolla, alla guida de «La Taverna dei Benedettini», a Decorata. «I quaranta coperti di cui dispongo conferma - sono stati tutti prenotati come le sei camere disponibili per il pernottamento». Il pranzo è, naturalmente, quello tradizionale: trionfo dell'agnello insieme con una golosità particolare: il casatiello farcito di porcini e noci. Soddisfare il palato in questo modo costerà 32 euro al massimo, cinque in più rispetto all'anno scorso. «Meglio, molto meglio di dodici mesi fa: tavoli e camere, sei in totale di cui 3 fornite di Spa, tutti riservati da oltre un mese» svela a sua volta Paolo Celso, alla guida di «Pietre di fiume» che si erge in un tratto della valle del fiume Calore, nei pressi di Apice.

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Il menù, curato dalla chef Marcella Manganiello, prevede, tra le altre leccornie, un ragù di agnello con asparagi; selvaggi, naturalmente. Sarà di 50 euro, anche in questo caso cinque in più, il conto finale; invariato, di contro, il prezzo per dormire: 110 euro. I gitanti vale segnalarlo verranno da ogni angolo della regione ma anche, in particolare, dal Lazio, dalla Puglia, dalla Toscana. Un gruppetto, addirittura calerà dalla Gran Bretagna, accolto da Maria Antonietta Moffa, agrischef, referente della Coldiretti per il settore agrituristico, patron della "Masseria Pasqualone" a Colle Sannita. «Con l'immancabile agnello arrosto con semi di sesamo svela metterò in tavola, con gli antipasti e i primi, un piatto proprio del nostro entroterra: cacio e ova».

I menù

Trentacinque euro, con una maggiorazione, anche qui, di 5. Una pietanza davvero singolare, tipica del posto, la presenterà Marilena De Filippi, alla guida di «Corte Ciervo» in contrada Purgatorio di San Salvatore, in grado di accogliere 60 persone. «Anche noi siamo al completo evidenzia . Proporremo lo "struppolo sansalvatorese", prelibatezza esclusiva della zona. È composto da uova, farina, olio sale e pepe per la cui preparazione occorre un occhio particolare: il centro deve restare bucato senza lievito». Per il menù complessivo la spesa sarà di 40 euro, con la piacevole sorpresa per i commensali che non ha subito incrementi. Anche alla «Collina del Roseto», in contrada omonima, 5 chilometri dal capoluogo, guidata da Armando Maio, «tavoli e camere tutti accaparrati - attesta il patron con portate composte per l'ottanta per cento da prodotti dei nostri campi ed allevamenti». Costerà 45 euro il menù e 55 l'alloggio: cinque in più rispetto a Pasquetta del 2023.

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