Airola, Via Crucis nel carcere minorile. Ciambriello: «Meno muri e più ponti»

La nota del garante regionale dei detenuti

Il vescovo con il garante dei detenuti
Il vescovo con il garante dei detenuti
Venerdì 29 Marzo 2024, 19:56
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Celebrata, anche presso l'Istituto minorile di Airola, la Via Crucis. In prima linea la direttrice dell'Ipm Eleonora Cinque, il magistrato di sorveglianza Margerita Di Giglio, il garante campano dei detenuti Samuele Ciambriello, il vice sindaco di Airola Michele Napoletano, il cappellano dell'Ipm don Liberato Maglione e il vescovo di Sant'Agata de' Goti Giuseppe Mazzafaro. La celebrazione si è svolta nel giardino del carcere, le quattordici invocazioni che concludono i testi per la Via Crucis sono state scritte dai detenuti del carcere di Padova, adulti e minori, testi che sono stati poi ripresi in piazza San Pietro. Subito dopo il garante, e parte del suo staff, si sono trattenuti in un pranzo conviviale con i ragazzi, donando loro le pastiere napoletane per festeggiare insieme la santa Pasqua. «Dopo la Via Crucis nell'istituto -  ha detto Ciambriello a margine dell'evento -, dove abbiamo ricordato Gesù morto innocentemente in croce, il mio primo pensiero va a tutti gli innocenti della storia che hanno sofferto un'ingiusta condanna. Ogni volta che entro nell'Ipm di Airola, dal lontano '89 questo carcere, ex prigione-scuola, come volontario o come presidente dell'associazione “La Mansarda” che accoglieva minori in difficoltà, e anche ogni volta che vedo questi ragazzi incontro sempre un mondo nascosto, in cui con gli sguardi comprendo con chiarezza che avrei potuto esserci io al posto loro qualora la mia vita avesse preso una direzione diversa. Il carcere, anche quello minorile, continua a seppellire uomini vivi, adolescenti a metà. Ci sono ragazzi dai 14 ai 16 anni che sono già papà e allora io mi chiedo come hanno potuto vivere la genitorialità? Io credo che ci sia un mare fuori così come c’è un male fuori, una gioventù sospesa che non ha conosciuto la bellezza, l'affettività, l'uguaglianza, la cultura. Allora penso che anche in un istituto minorile accanto alla custodia ci debba essere l'accudimento, e chi lo deve fare questo accudimento? La prevenzione di questi minori a chi spettava? Voglio ringraziare pubblicamente la direzione del carcere di Airola, la polizia penitenziaria e l'area educativa, ma noi dobbiamo renderci conto che anche quando ci sono criticità in un carcere, come quello di Airola, non bisogna far rimbalzare la notizia come se fosse una rivolta o una questione generale. Lì non ci sono aspiranti sacerdoti, lì dentro non ci sono ragazzi in un collegio, dobbiamo avere la capacità di ascoltare di più e quando ci sono criticità dobbiamo cercare di non allentare subito chi la crea».

Poi Ciambriello aggiunge: «Vedo tante volte questi ragazzi che viaggiano da un istituto all'altro come se fossero dei pacchi.

Auspico un'attenzione maggiore da parte della società civile. Ringrazio il vescovo di Cerreto Sannita e Sant'Agata de' Goti per l'attenzione che ha verso questi ragazzi, le cui conclusioni sono state molto apprezzate dai ragazzi anche per il suo stile molto umano e cordiale. Abbiamo bisogno di creare meno muri e più punti di convergenza, più ponti. Meno muri e più punti di aiuto».

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