«Sembra un paradosso ma il periodo pandemico che abbiamo vissuto, probabilmente era meglio di questo. Tra voci di guerra, aumenti pazzeschi del costo dell'energia e di tutte le materie prime oltre che di generi alimentari, la psicosi che coinvolge la gente, non ce la stiamo passando bene». È l'amaro sfogo di uno dei ristoratori più anziani del capoluogo, Paolo Moscovio: «Ogni giorno - dice - quando vado ad acquistare al mercato o dai grossisti trovo rincari. Anche nel giro di un solo giorno. È pazzesco. Anzi, è una vergogna perché non ci sono controlli e la nostra categoria come sempre paga i prezzi più alti. Io non ho aumentato il costo dei menu perché significherebbe scoraggiare ulteriormente i clienti che già sono frenati e impauriti. A fine mese, però, se continua così sarò costretto a rivedere tante cose».
Non trova pace il settore della ristorazione. Ritornano i problemi proprio quando si pensava a una ripresa in concomitanza con l'allentamento del Covid e l'avvicinarsi della primavera con l'inizio anche del periodo delle cerimonie.
La giornata di ieri, comunque, anche grazie al bel tempo ha incentivato le famiglie all'uscita fuori casa, pertanto i ristoranti di maggiore riferimento sia del capoluogo che della provincia, sono riusciti a sbarcare il lunario anche se non hanno registrato il tutto esaurito. Questo il punto di vista di Liliana Guadagno, gestore di «Pepe Nero»: «Per il momento con grande sacrificio stiamo mantenendo i prezzi delle scorse settimane, ma se questa situazione dovesse persistere nei prossimi dieci giorni saremo costretti a rivedere i menu. Diversamente significherebbe lavorare in perdita e noi abbiamo spese e dipendenti da pagare. L'affluenza di clienti non sta mancando, stiamo lavorando discretamente, ma non è uno dei migliori momenti. Siamo tutti preoccupati per gli scenari futuri che ora rappresentano una incognita». Così Franco Fusco, altro operatore con esperienza quarantennale, contitolare de «La Rossella»: «Doveva essere la primavera della ripresa e invece stanno di nuovo arrivando disdette per cerimonie che tutti preferiscono rinviare o annullare. Covid, guerra, psicosi varie e prezzi assurdi stanno frenando ogni attività e il problema da quello che sento non è solo della nostra categoria, che come sempre è tartassata. La cosa assurda è che nessuno interviene. I nostri menu sono invariati, ma ogni mattina quando ordiniamo i prodotti ci arrivano fatture triplicate o quadruplicate rispetto a un mese fa. Così in tanti chiudono». D'accordo Ennio Ucci: «Da quando la psicosi della guerra si è impossessata delle persone stiamo registrando circa la metà in meno di clienti e in compenso i nostri guadagni si sono azzerati per i costi esosi di pasta, ortaggi, pesce, frutta e farina». Telegrafico ma incisivo Rosario Fragnito, titolare di Taverna Paradiso: «La parola d'ordine è resistere. La nottata è lunga, ma deve pur passare».