Le conversazioni (scritte) non esistono più, perché nulla si può dire, e gli scrittori sono più attenti a compiacere che a pensare – il pensiero è il vero dramma collettivo –. Ma ritrovarsi tra le mani la nuova edizione di “Fuoco all’anima” (Adelphi), le conversazioni di Leonardo Sciascia con Domenico Porzio: è una delle forme supreme della felicità come diceva Borges leggendo Stevenson. Porzio fu critico, giornalista, traduttore e poeta, e abilissimo nell’approfondire i pensieri e la vita di Montale, Picasso, Borges e – appunto – Sciascia: con facilità riesce a fargli toccare i grandi temi, solo con lui parlerà del suicidio del fratello, riconoscendo il togliersi la vita come l’unico grande problema filosofico.
Fuoco all’anima
Martedì 4 Gennaio 2022, 13:49
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Porzio sa restituire la voce di Sciascia, man mano che si consumano le conversazioni – alla fine degli anni Ottanta, poi usciranno la prima volta nel 1992 –, e leggendole si ricompone la costellazione sciasciana, di dubbi e storie, libertà e ricerca, ironia e raffinatezza letteraria. Porzio ha letto a fondo Sciascia: sa dove pescare, e lo scrittore non dovendo temere cadute di superficialità, parla liberamente. Il risultato è una febbre sciasciana che tira giù dagli scaffali i suoi libri, un fuoco dell’anima che interrompe la noia.
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