Il re delle matite 

Venerdì 2 Ottobre 2015, 10:10
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Non vincerà mai il Nobel, non lo vedrete mai in un talk show italiano, all’inizio i suoi libri vi sembreranno difficili, poi se avrete la pazienza di andare avanti e scoprire il suo mondo, guadagnerete la lettura di Peter Handke. Dice che deve tutto alla madre, che aveva anche una capacità di racconto maggiore della sua. Molti sono stupiti dal fatto che scriva ancora a matita, bisognerebbe stupirsi perché è uno scrittore che ha la paura di scrivere. In un mondo di libri a nastro, di narratori che riescono a scrivere di tutto e male – e poi se ne lamentano quando viene fatto notare – Handke ha l’angoscia della parola. Una voce capace di raccontare qualunque cosa, di attraversare tutte le forme narrative, un membro del partito di Camus: quello di chi non è mai sicuro di avere ragione, e nemmeno di quello che fa. In un mondo letterario di verità assolute propagandate da scopiazzatori incalliti, da convinti cronici, c’è chi, con una forza e una altezza di scrittura enorme, ne teme l’esercizio. 

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