Tipico pranzo italiano

Venerdì 7 Febbraio 2014, 13:54 - Ultimo agg. 19 Marzo, 09:23
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Quando mi stavo convincendo che il tratto principale del romanzo italiano fosse il condominio, ho scoperto “i pranzi d’autore” del Corriere della Sera, e mi son trovato Michele Mari (uno scrittore bravo davvero) a cucinare parlando di Gadda e del ruolo del cibo (nevrotico) nei suoi romanzi. Sarà che come Papa Francesco ho amato “Il pranzo di Babette” (il film di Gabriel Axel tratto dal racconto di Karen Blixen), e come le due sorelle Martina e Philippa vorrei mangiare senza discorsi sul cibo, e leggere romanzi anche pieni di cibo senza apparecchiare tavole con lo scrittore che dimostra di saper cucinare (il cibo in Gadda è una delle tante nevrosi). Ma Antonella Clerici e Benedetta Parodi hanno spostato il romanzo italiano dal condominio alla cucina e ne hanno fatto il tratto principale della cultura italiana. Ora è alla luce del polpettone che si legge, si scrive e si rilegge. Al resto c’ha pensato Eataly con Oscar Farinetti creando un Circolo Pickwick della pummarola su scala mondiale, diventando più influente di Calvino. E così gli italiani vivono nell’immaginario culturale di una tavola eternamente imbandita. 
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