'Ndrangheta, riciclaggio di denaro con fatture false: 4 arresti e sequestro per 5 milioni

'Ndrangheta, riciclaggio di denaro con fatture false: 4 arresti e sequestro per 5 milioni
Mercoledì 22 Luglio 2015, 10:29
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l Centro operativo della Direzione investigativa antimafia (Dia) di Torino ha dato esecuzione stamane a quattro ordinanze di custodia cautelare nei confronti di un pregiudicato, due imprenditori ed un noto professionista torinese, sequestrando preventivamente beni mobili, immobili, aziende e quote societarie per un valore complessivo di circa 5 milioni di euro.



Trenta le perquisizioni domiciliari in Piemonte, Lombardia, Liguria, Lazio e Calabria. Gli arrestati sono accusati di riciclaggio aggravato dall'aver agevolato un'organizzazione di tipo mafioso, bancarotta fraudolenta, falso in bilancio, trasferimento fraudolento di valori ed emissione di documentazione per operazioni finanziarie inesistenti.



Le indagini hanno accertato che il boss della 'ndrangheta Francesco Ietto, già agli arresti domiciliari per associazione a delinquere di stampo mafioso, di fatto gestiva l'attività di riciclaggio di ingenti somme di denaro accumulate, a partire dagli anni '80, dalla cosca Ietto-Cua-Pipicella di Natile di Careri (Reggio Calabria) attraverso sequestri di persona ed il traffico di stupefacenti.



Avvalendosi di imprenditori che accettavano dietro compenso di emettere fatture false o gonfiate, oppure intestando società di comodo a prestanome insospettabili, Ietto era riuscito ad immettere il denaro sporco nel circuito dell'economia legale piemontese. Ruolo chiave ha rivestito Pasquale Bafunno, noto commercialista torinese già coinvolto in altre indagini per aver agevolato organizzazioni criminali di tipo mafioso, ideatore di un sistema in grado di trasformare semplici fatture per operazioni inesistenti in continuo e periodico denaro contante.



Grazie alla consolidata esperienza professionale e ai tanti clienti gestiti, il 'ragioniere della 'ndranghetà era riuscito a creare un sistema di documentazione contabile intersocietaria basato su rapporti commerciali e movimentazione finanziaria fittizi, tale da rendere difficoltosa la ricostruzione dei flussi economici da parte degli organi addetti al controllo.



Parte del denaro riciclato varcava i confini nazionali,confluendo nei conti svizzeri e monegaschi intestati a Bafunno stesso. Nell'ambito dell'operazione sono state indagate a piede libero altre sei persone, tra le quali figura anche Domenico Luca Trimboli, nipote del noto Domenico Trimboli, narcotrafficante arrestato in Colombia dopo una lunga latitanza e considerato il più importante referente italiano dei cartelli colombiani per l'approvvigionamento di ingenti quantitativi di stupefacenti.



Il giovane Trimboli è accusato di aver rivestito il ruolo di 'factotum di Ietto - stante la sua ridotta capacità di azione per effetto degli arresti domiciliari - ed in particolare di aver costituito il trait d'union tra quest'ultimo e Bafunno. Trimboli risulta inoltre aver assunto fittiziamente la carica di amministratore di alcune società, di fatto gestite da Ietto, costituite ad hoc per finalità di riciclaggio.
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