Dipendenti Agenzia delle Dogane
nella cricca del contrabbando
I nomi, il retroscena

Dipendenti Agenzia delle Dogane nella cricca del contrabbando I nomi, il retroscena
di Mary Liguori
Domenica 27 Novembre 2016, 16:39
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Quando sono arrivati i carabinieri, sulla monovolume, una Opel, erano già stati caricati 6000 pacchetti di sigarette trafugati direttamente dai magazzini dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Benevento. «Bionde» sequestrate, dunque, perché prive del bollo del Monopolio o perché provenienti dall’Est Europa, uscivano dal deposito con la complicità di tre dipendenti dell’Agenzia stessa. Tre custodi sono implicati nell’inchiesta della procura di Benevento, diretta da Giovanni Conzo, e per uno di loro è scattato l’arresto: si tratta di Domenico Ventura, da ieri ai domiciliari. Per gli altri due si procede in stato di libertà. Il dipendente dell’Agenzia delle Dogane, residente a Benevento, è finito ai domiciliari insieme a uno dei tre corrieri, Antonio Russo, di San Martino Valle Caudina. I carabinieri di Marcianise, agli ordini del capitano Luca D’Alessandro, sono riusciti a sorprendere i tre mentre trasferivano le casse di «bionde» dal deposito alla macchina. Oltre a Russo, al momento del blitz dei militari dell’Arma nel piazzale del magazzino c’erano due napoletani: Luigi Fiumicello e Giuseppe Ferraro. Sono entrambi di Qualiano e per loro è scattata la misura in carcere. Secondo quanto accertato, sono riusciti a trafugare dal magazzino dell’Agenzia delle Dogane circa 6000 pacchetti di sigarette, tuttavia la procura ritiene che il giro messo su con la complicità dei custodi sia ben più ampio. Per questa ragione, al deposito dell’Agenzia sono stati applicati i sigilli: il sequestro ha lo scopo di consentire agli investigatori di avviare un’attività di comparazione tra quanto compare nel registro del magazzino e quanto effettivamente è ancora presente negli scaffali. 
I quattro arresti eseguiti ieri sono solo la punta di un iceberg. L’inchiesta è ben più ampia e riguarda il rinato contrabbando, fenomeno in passato considerato estinto ma tornato alla ribalta negli ultimi anni. Proprio da Marcianise, nell’agosto scorso, è scattata una maxi-operazione che ha portato al sequestro di 15 tonnellate di quelle che in gergo vengono chiamate «cheap white». Si tratta di sigarette non ammesse nel circuito di vendita dell’Unione Europea, spesso «repliche» di marchi originali, pericolose per la salute perché contengono metalli pesanti e per questa ragione più dannose di quelle «legali» che, benché nocive, rispondono agli standard di sicurezza comunitari. L’operazione dei militari della Guardia di Finanza di Marcianise, agli ordini del capitano Davide Giangiorgi, alzò il velo su una vera e propria rete dei «signori del tabacco» che andava da Caserta a Napoli e aveva ramificazioni anche nel Sannio. D’altronde, la Campania è maglia nera in fatto di contrabbando e Napoli e Caserta sono da considerarsi le centrali del business. Lo dicono le indagini e gli studi di categoria, specie quelli commissionati dalle principali case produttrici di tabacchi. Nel 2015, la Campania si è confermata la regione più interessata dal fenomeno del traffico di tabacco lavorato estero, con una percentuale di prodotti illeciti del 37 per cento. Un pacchetto di sigarette su due è venduto di contrabbando.
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