Ambiente e storia legate dal sogno della "Fabula"

Nell'ex municipio di Avella piantati alberi e fiori autoctoni

Ambiente e storia legate dal sogno della "Fabula"
Ambiente e storia legate dal sogno della "Fabula"
di Sara Boni
Martedì 28 Novembre 2023, 08:04
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Archeologia e Ambiente. La favola di Atella fra storia e futuro. Quella che si è tenuta ieri mattina a Sant'Arpino, presso l'ex Municipio di Atella, in via Martiri Atellani, è stata un'iniziativa interamente dedicata alla storia dell'antica cittadina campana e alla tutela dell'ambiente: due obiettivi in un unico grande sogno, quello della "Fabula laboratorio di comunità" che a breve diventerà realtà. L'occasione è stata la festa dell'albero e infatti, nella storica struttura, sono stati piantati alberi, siepi e tantissimi fiori dagli studenti delle scuole locali, insegnanti e storici.

"Gli alberi ci danno tanto. Ora tocca a noi", questo lo slogan dal quale si è partiti. «Bisogna onorare gli alberi e riconoscere il loro ruolo fondamentale nella nostra vita - ha detto Antonio Pascale, presidente Geofilos Legambiente - gli alberi non solo ci forniscono aria pulita, ma sono anche preziosi alleati nella lotta contro la crisi climatica grazie alla loro capacità di assorbire la Co2. La Festa dell'Albero promuove gli obiettivi del progetto europeo Life Terra, cofinanziato dal programma Life dell'Unione Europea in cui Legambiente è coinvolta come referente italiana. Lo scopo principale di Life Terra è di piantare milioni di alberi in tutta Europa entro il 2025.
Il bellissimo giardino che circonda l'ex Municipio, sarà rigoglioso e pieno di viburno, fillirea, lavanda, alloro, cotonastro, tutte specie autoctone che abbiamo selezionato per le loro caratteristiche di bellezza, colore e resistenza».

Ieri è stato annunciato tutto il programma di ricostruzione. Fabula vuol dire la nascita di un meraviglioso polo culturale e storico dove un tempo risiedevano l'ex municipio di Atella di Napoli e il rudere Vasca Castellone.
Un futuro che si costruisce a più mani, quattro infatti sono i comuni coinvolti, Sant'Arpino, Succivo, Orta di Atella e Frattaminore, che un tempo costituivano Atella di Napoli, con pezzi preziosi di storia, una struttura che ri -sorge per far luce alle generazioni a venire e dare lustro alla tradizione di Terra di Lavoro.

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«L'edificio, posto a ridosso dell'area archeologica - ha spiegato il primo cittadino di Sant'Arpino Ernesto Di Mattia - prenderà nuova vita con il trasferimento del Museo archeologico di Atella, attualmente situato a Succivo, e con un percorso museale che condurrà i visitatori dal piano terra al piano primo e nei meandri delle vicende storiche e leggendarie dei nostri luoghi. Gli ampi spazi ristrutturati e sapientemente suddivisi - continua il sindaco - ospiteranno un laboratorio di comunità, uno spazio multitasking a servizio della cultura, delle arti performative, del welfare, dell'inclusione sociale, dell'integrazione. Un'intera sezione sarà destinata agli studenti e ai bambini, specie a quelli con disagi, ci sarà promozione alla lettura, alla storia e alle diverse forme di arte».
«Verranno allestite mostre, organizzati eventi ludico-ricreativi - ha spiegato Antonio Pascale - laboratori, rassegne culturali, rappresentazioni teatrali e appuntamenti enogastronomici».

«È una grande opportunità per il territorio - ha spiegato Antonio Salerno della direzione regionale dei Musei - contribuire alla realizzazione della nuova sede del Museo che si troverà proprio al centro dell'Antica città romana. Il nuovo percorso museologico prevede anche la valorizzazione di reperti provenienti dalle comunità di Succivo, Sant'Arpino ed Orta di Atella distribuite nei depositi delle diverse strutture museali della Campania».
Archeologia, ambiente e anche teatro, sì, nella terra dove sono nate le prime "farse", gli attori della compagnia teatrale "La Mansarda", hanno spiegato e raccontato la storia della commedia nata proprio ad Atella attraverso le sue maschere più famose come Pappus, il vecchio babbeo rimbambito, Maccus, il bonaccione stupido, Bucco, la boccaccia dalle espressioni volgari e da un personaggio astuto, Dossennus, il gobbo buon mangiatore.

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