Antico campanile della cattedrale Restyling in corso

Un'autentica sentinella che fa da «pendent» con la Torre del palazzo Acquaviva

Antico campanile della cattedrale Restyling in corso
di Alberto Zaza d'Aulisio
Domenica 27 Novembre 2022, 09:56
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Si avvia a riacquistare lo smalto d'un tempo l'antico campanile della nuova cattedrale di Caserta, sorta sul sedime cinquecentesco della chiesa del Carmine. Allorquando la crescita della città nel piano impose il trasferimento della sede episcopale e della cattedrale dal borgo medioevale, Ferdinando II di Borbone la ottenne con Bolla pontificia di Gregorio XVI del 21 luglio 1841.

La scelta per la nuova cattedrale ricadde, appunto, sulla chiesa contigua al cenobio dei padri Carmelitani che ospitava la parrocchia di San Sebastiano, patrono di Caserta.

La chiesa del Carmelo dava il nome al largo diventato poi piazza Duomo per non confondere il toponimo con la piazza del Vescovado in Casertavecchia. Luigi Vanvitelli, interpellato dal re, aveva cercato di consolidare l'antico edificio duramente provato dalle ingiurie del tempo e dal difetto di manutenzione.

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Successivamente, verificata la impossibilità del recupero, fu demolito ma rimase tetragono al suo posto il monumentale campanile che si ammira in asse con via Alberto Pollio (antica via del Vescovado) per chi si pone in osservazione da piazza Luigi Vanvitelli. Un'autentica sentinella che fa da «pendent» con la Torre del palazzo Acquaviva, simbolo del primo nucleo centrale della comunità insediata ai piedi di Casertavecchia. Il vetusto campanile fu munito di quattro nuove campane durante l'episcopato di monsignor Natale Gabriele Moriondo (1922-1946), dopo il restauro e l'abbellimento della cattedrale.

La maggiore, consacrata a San Sebastiano martire, è dedicata alla memoria dei caduti casertani durante la Grande guerra. Sotto la figura del santo martire si legge l'iscrizione. «Io piango i cinquecento figli di questa città morti nell'immane guerra 1915-1918, lodo il loro olocausto, canto la vittoria, prezzo del loro sangue!». La campana maggiore suona la nota del «re» naturale, pesa 1.274 chili. La seconda campana , dedicata alla Vergine del Carmelo, accoglie l'iscrizione «Ora pro populo, interveni pro Clero o Maria». È intonata su «fa» diesis e pesa 645 chili. La terza è consacrata a San Michele, sotto il cui titolo è eretta la chiesa, protettore della Diocesi. Reca l'effige dell'arcangelo e lo stemma del vescovo. Il suo suono intona con «la» giusto. Pesa 378 chili. La quarta campana è consacrata al Crocefisso in memoria del Giubileo della Redenzione. Vi sono impresse le immagini del Crocefisso e della Vergine Addolorata. Rende il suono del «re» acuto. Pesa 156 chili.
La loro concertazione - conclude Giuseppe d'Anna nella descrizione dell'opera affidata a «Caserta e il suo Borgo Medievale» - «produce un accordo perfetto ora in lieta, ora in lugubre armonia».
 

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