Appalti ospedale, Iovine resta in carcere

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di Biagio Salvati
Sabato 26 Agosto 2017, 08:39
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CASERTA - Il Tribunale distrettuale del Riesame conferma ancora una volta la linea accusatoria della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e conferma gli arresti in carcere per l’ex direttore sanitario di presidio dell’azienda ospedaliera di Caserta, Carmine Iovine, la cui posizione è stata vagliata ieri, per la seconda volta (dopo un annullamento per vizio di forma) dalla dodicesima sezione feriale del Tribunale della Libertà nella composizione presieduta dal giudice Palumbo. La difesa dell’ex direttore sanitario, rappresentata dagli avvocati Bernardino Lombardi ed Emilio Martino, aveva puntato, con le sue argomentazioni, esclusivamente sulla valutazione delle esigenze cautelari chiedendo in subordine gli arresti domiciliari ma l’accusa, rappresentata dai sostituti Carlo Fucci e Giorgia De Ponte, ha replicato sottolineando la connessione con i gravi indizi di colpevolezza per una serie di motivi opponendosi dunque all’annullamento dell’ordinanza. Di qui la decisione del Tribunale della Libertà di confermare il quadro accusatorio formulato nei confronti di Iovine, quadro che – anche alla luce dei precedenti provvedimenti del collegio del Riesame presi nei confronti di altri coindagati – appare granitico. 

Nella fattispecie, a Iovine sono contestati 23 dei 24 episodi riguardanti a vario titolo i destinatari dell’ordinanza cautelare dell’inchiesta battezzata «Croce Nera 2», in cui si ipotizzano i reati di corruzione, turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e trasferimento fraudolento di valori. Dieci giorni fa, un diverso collegio del Riesame aveva peraltro confermato gli arresti domiciliari anche per colui che è stato indicato quale braccio destro, all’epoca dei fatti, del più volte direttore sanitario e di presidio Iovine. Si tratta di Pasquale Picazio, l’ex dipendente dell’ospedale di Caserta che avrebbe commesso gli illeciti insieme all’ex supermanager. Da quando è scattata l’inchiesta, lo scorso luglio, l’ordinanza cautelare a carico di sette persone (un’ottava nel frattempo è deceduta) è stata annullata soltanto per un imprenditore e, peraltro, a firma dallo stesso gip: per altri tre la misura è stata riformata con un’interdizione di due mesi dall’attività imprenditoriale mentre un quinto arrestato (che già si trovava in carcere per altri reati) non ha presentato ad oggi alcuna istanza di annullamento dei domiciliari. 

Gli imprenditori si trovavano agli arresti domiciliari insieme all’ex dipendente Picazio mentre l’ex direttore Carmine Iovine è stato destinatario di un arresto-bis dopo l’annullamento del Riesame per un mero vizio di forma. Di qui una nuova ordinanza firmata da un diverso gip e il nuovo ricorso al Riesame discusso ieri con esito negativo sulla scarcerazione. Per la Procura sammaritana, che ha ereditato il fascicolo dalla Dda, Iovine non solo non svolgeva alcuna funzione di controllo sulle ditte appaltatrici, ma si assicurava che gli appalti continuassero a essere affidati sempre alle stesse ditte. Delle vere riunioni, riprese anche con una telecamera dagli investigatori, avvenivano negli uffici dell’ospedale dove erano gli stessi titolari delle ditte a dettare le direttive per i requisiti necessari all’aggiudicazione degli appalti. Iovine, poi, avrebbe falsificato i verbali di ispezione «ora per allora» al fine di nascondere il mancato controllo. Tutte accuse che l’ex direttore aveva rigettato in sede di interrogatorio davanti al gip Federica Villano.
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