Perizie sotto dettatura, ecco il business
dell'ex dirigente Asl finito ai domiciliari

Perizie sotto dettatura, ecco il business dell'ex dirigente Asl finito ai domiciliari
di Mary Liguori
Mercoledì 24 Febbraio 2021, 11:37
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«Che faccio? Scrivo così?», «Leva “fortemente”». «E come faccio a non mettere questo?», «Lo dobbiamo aiutare...», come dire «abbondiamo!». No, non è Totò che detta a Peppino la celeberrima lettera protagonista di una delle scene cult del cinema comico. È la trascrizione di una delle performance del dottor Luigi Carizzone, lo psicoterapeuta arrestato due giorni fa che, nel suo repertorio, non ha solo le tangenti per dirottare «i miei pazzi» - parole sue - nelle cliniche di sua scelta, ma anche perizie psichiatriche a pagamento per orientare l’esito di procedimenti penali. Dall’interno del Dipartimento di salute mentale dell’Asl di Caserta falsificava perizie psichiatriche anche a favore di soggetti finiti sotto processo per reati gravi. È uno degli spaccati dell’inchiesta che due giorni fa ha sconvolto l’Asl di Caserta e, fulcro dell’imputazione è, ancora una volta, il dottor Luigi Carizzone, potentissimo dirigente del Dsm che, fino a qualche mese fa, ha dettato legge nel «suo» dipartimento. 
«SCRIVIAMO CHE È BIPOLARE»
Lo psicoterapeuta viene intercettato al telefono con la sua segretaria, Patrizia Rampone (entrambi ai domiciliari) mentre decidono quale malattia mentale far risultare in perizia per Vincenzo Bianco, sotto processo per guida in stato di ebbrezza. Finirà come l’avvocato di Bianco ha disposto: l’imputato verrà fatto passare per un soggetto affetto da bipolarismo di tipo 2, ma Carizzone sa benissimo, e lo dice pure, che in realtà l’unico problema di Bianco è «che sta fatto a cognac come una vacca». Consapevole, dunque, di stare diagnosticando il falso, Carizzone «vende la sua etica professionale», lo scrive il gip Maria Gabriella Aguelli, «per mille euro»: è la «tariffa» per le perizie false. I fatti risalgono al novembre del 2018. Le intercettazioni disposte dalla Procura di Napoli Nord, diretta da Francesco Greco, seguono passo passo la «costruzione» della diagnosi falsa. Bianco chiama la Rampone e lei gli spiega i costi. «Per una perizia del genere piglia 1500 euro», dice. «Patrizia, se ci può venire un po’ incontro». Chiuderanno per mille euro. Poi la donna chiama Carizzone dopo che, sotto dettato dell’avvocato di Bianco, ha redatto il certificato. «Gigi hai finito?», chiede. «Lo vuoi sentire? - risponde lui, poi legge - “Bianco rimaneva coinvolto in un sinistro stradale provocato dallo stesso... il cui rilevamento è stato effettuato dai carabinieri... Bianco manifestava i seguenti sintomi”, senti, senti: “alito” e come faccio a non metterlo, “alito fortemente vinoso, occhi lucidi, scoordinato nei movimenti precario”». Lei lo corregge: «Leva fortemente... noi lo dobbiamo aiutare, hai capito?», e lui obbedisce: «Dunque, “alito vinoso, occhi lucidi, scoordinato e risultò positivo all’alcol ... è stata sospesa la patente”, e subito ho attaccato discussione clinica diagnostica: “è affetto da disturbo bipolare di tipo 2”, come rimanemmo con l’avvocato... patologia cronica, “il disturbo è insorto nel 2001 ed è stato diagnosticato dal sottoscritto”»: «Bravo», si compiace la Rampone, e Carizzone continua: «“Il paziente quella sera è in fase depressiva in preda a profondo sconforto, ha fatto uso di alcool non in maniera smodata, ma l’utilizzo continuo di psicofarmaci quella sera ha quasi sicuramente, per gli effetti ampliativi, un risultato elevato proprio del test”... ce lo devo mettere che ce ne frega, causa dell’interferenza delle sostanze psicotrope e dell’alcool». 
IL POLIZIOTTO AMICO
Perizie false sotto dettato ce ne sono molte altre. C’è l’amica di Cuono Puzone (arrestato) della Misericordia di Caivano che non vuol andare a lavorare e si fa diagnosticare una falsa depressione post partum, certificati a favore di soggetti mai visitati, consulenze per «aiutare» i soci-amici. Ma non è tutto. C’è anche un agente di polizia penitenziaria che vuole starsene un po’ a riposo dal lavoro. E nulla è impossibile a Carizzone. Basta pagarlo. Si fa intermediario Antonio D’Angelo, anch’egli dipendente Asl. «Senti Gigino, ti devo chiedere una cortesia personale, ci sta questa mia cugina che il marito è poliziotto penitenziario, lei ha partorito da poco... mi potresti fare una certificazione che lei ha spunti fobici tiene questo ha quell’altro... insomma che ha bisogno dell’assistenza del marito... ce lo possiamo scrivere oppure no?». Carizzone: «Depressione post parto...» D’Angelo: «Mettici un po’ in più»... lo psicoterapeuta accorda; «con ricorrenti attacchi di panico?». «Sì», concorda l’altro.
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