Auto pirata travolge migrante in bicicletta

Conducente e passeggero fuggiti a piedi, in serata si consegna un Rom minorenne

Auto pirata travolge migrante in bicicletta
Auto pirata travolge migrante in bicicletta
di Vincenzo Ammaliato
Giovedì 18 Gennaio 2024, 09:00 - Ultimo agg. 15:33
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L'automobilista di una Fiat Brava percorre a forte velocità via Buonarroti, la strada principale della località di Bagnara a Nord di Castel Volturno. Nello stesso punto, allo stesso momento (sono le 13), c'è Steven Yaboa, un immigrato sudanese di trentanove anni, a bordo della sua bicicletta. Fa il muratore a giornata, abita in zona e sta rincasando. Ma non percorrerà mai più quella strada. Perché il conducente della Fiat Brava non lo vede, o ha perso il controllo della vettura su uno dei tanti avvallamenti dell'arteria non manutenuta, e impatta violentemente il ciclista che sta cercando di attraversare la strada.

Il trentanovenne e la sua due ruote dopo lo scontro fanno un volo di oltre dieci metri.

E l'uomo del Sudan cade sull'asfalto senza dare alcun segno di vita. Nel frattempo, la Fiat è ferma, è fuori uso. Dal suo abitacolo con le lamiere contorte escono due ragazzi. Sembrano illesi. Si guardano attorno, poi scappano rapidi senza prestare soccorso alla vittima dell'incidente provocato da loro stessi.

La ricostruzione è di alcuni testimoni involontari che assistono sgomenti all'intera scena. Sul posto arriva poco dopo la stradale di Pastorano e gli agenti del commissariato locale. C'è pure il personale del 118, ma non può fare altro che constatare il decesso del trentanovenne, quasi certamente morto sul colpo. Partono serrate le indagini delle forze di polizia. La gente del posto racconta ai tutori della legge di aver visto già da qualche giorno quella Fiat Brava in giro per le strade della località, e sempre a forte velocità. «Appartiene alla comunità dei sinti (comunità di origine rom) dicono alla polizia che da qualche anno si sta sempre più stabilendo in zona nelle ville di fronte al mare, quelle più diroccate e messe male. Sono persone che vivono al di sopra delle leggi italiane, fra cui quelle stradali. Non rispettano alcuna regola e questa morte è una tragedia annunciata».

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In via Buonarroti arriva anche il magistrato di turno della procura di Santa Maria Capua Vetere che, vista la salma, dopo aver ascoltato gli agenti, ne dispone il trasferimento all'istituto di medicina legale di Caserta dove sarà eseguita l'autopsia. E mentre la stradale esegue tutti i rilievi del caso, gli agenti del commissariato di Castel Volturno si mettono sulle tracce del pirata della strada e del passeggero. Dai documenti all'interno del veicolo è rintracciato il proprietario, che è condotto al commissariato per l'interrogatorio. Appartiene effettivamente alla comunità sinti, ma non era lui alla guida della vettura che ha provocato l'incidente stradale e la morte del povero cittadino sudanese. Passano le ore e le indagini della polizia si fanno più serrate. Il cerchio si stringe attorno alle due persone nell'auto responsabile dell'incidente mortale e scappate al momento dello scontro.

Nel tardo pomeriggio al commissariato si presenta un gruppo di persone, anche in questo caso di origine rom. Con loro c'è un minore, che racconta di essere il passeggero dell'auto. Dice di essere scappato per paura. Che subito dopo lo scontro non ha realizzato cosa fosse effettivamente successo, in quanto sotto choc. E per questo che non è rimasto sul posto, ma è scappato.

A questo punto è quasi certo che gli investigatori conoscano anche l'identità di chi era alla guida dell'auto che ha tolto la vita al muratore sudanese, ma chiaramente non lo riferiscono in questa fase. Per il suo fermo molto probabilmente è questione di ore. Non resta che il dolore per l'ennesima vittima stradale di un paese che conta troppi morti per incidenti simili, dovuti a un mix micidiale, fatto di imprudenza degli automobilisti, scarsa manutenzione stradale e illegalità diffusa divenuta ormai cronica, che restituisce un parco automobilistico marciante sulla Domiziana in maggioranza irregolare.
 

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