Battesimi e cresime senza padrini e madrine, lo stop del vescovo: «Basta figure assenti»

Sospesa «ad esperimentum» la presenza dei padrini e delle madrini in occasione di battesimi e cresime

Il vescovo di Teano-Calvi, Alife-Caiazzo e Sessa Aurunca, monsignor Giovanni Cirulli
Il vescovo di Teano-Calvi, Alife-Caiazzo e Sessa Aurunca, monsignor Giovanni Cirulli
di Pierluigi Benvenuti
Domenica 5 Marzo 2023, 09:00 - Ultimo agg. 6 Marzo, 08:55
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Sospesa «ad esperimentum» la presenza dei padrini e delle madrini in occasione di battesimi e cresime, «ruoli che hanno perso ormai quasi del tutto il loro significato». Ad annunciarlo il vescovo di Teano-Calvi, Alife-Caiazzo e Sessa Aurunca, monsignor Giovanni Cirulli. il 20 marzo Cirulli promulgherà un decreto per le diocesi con il quale si disporrà la «sospensione, in via sperimentale e per tre anni, della presenza dei padrini e delle madrine nella celebrazione dei sacramenti cristiani del battesimo e della confermazione e nel rito dell'Iniziazione cristiana degli adulti».

Le motivazioni della decisione sono state spiegate dallo stesso Cirulli il quale ha sottolineato come «nell'odierno contesto sociale ed ecclesiale l'ufficio dei padrini e delle madrine, per lo più, ha perso il proprio valore originario».

La missione pastorale ed educativa legata a queste figure consiste nell'accompagnare i catecumeni o i cresimandi nell'intero percorso di fede e non soltanto nel momento della celebrazione del sacramento. «Allo stato attuale, tuttavia, questo ruolo ha perso quasi del tutto il suo significato, riducendosi - aggiunge il presule - ad una sorta di adempimento formale o di consuetudine sociale».

È una scelta pastorale innovativa - non nuova in Italia, ma per la prima volta adotatta in Campania - quella del vescovo, dettata forse anche dallo spostamento dal ruolo di accompagnatore e guida di padrini e madrine ad un mera funzione consumistica, misurata sul valore e l'importanza del regalo fatto al pupillo e ricevuto dalla famiglia di questi. La sospensione, come detto, è temporanea ed è stata decisa in via sperimentale e, chiarisce ancora Cirulli, «non mira a sminuire il loro valore, ma piuttosto rappresenta un tentativo di recuperarne l'identità e la missione», come meglio specificato nelle note applicative, che costituiscono una parte integrante del decreto che sta per essere pubblicato. La normativa sarà esecutiva dalla domenica di Pasqua 2023. E per i prossimi tre anni, nell'intero territorio delle tre diocesi sorelle, i riti di somministrazione dei sacramenti del battesimo e della confermazione saranno celebrati senza i padrini o le madrine, presenza del resto non obbligatoria ai sensi del codice di Diritto Canonico. Sarà possibile, in deroga a tale norma, ammettere la presenza dei padrini e delle madrine nella celebrazione dei sacramenti fino al 28 maggio prossimo, solennità di Pentecoste, esclusivamente per le celebrazioni già fissate nel calendario delle singole comunità locali. 

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Stando sempre a quanto si legge nelle note attuative, ai parroci «è lasciata la facoltà di rilasciare o meno il nulla osta per la celebrazione dei sacramenti al di fuori del territorio diocesano». Il vescovo raccomanda di limitare i permessi e che, in ogni caso, gli stessi siano concessi «per giusta motivazione», come previsto dal Codice. E quindi non per ragioni connesse alla presenza dei padrini e delle madrine. I parroci inoltre potranno continuare a rilasciare le attestazione di idoneità per coloro che dovranno svolgere questo ufficio in territorio extra-diocesano, ove esso non risulta ancora sospeso, e «solo in presenza dei requisiti richiesti e in assenza di impedimenti». Gli Uffici liturgici e catechistici delle tre diocesi avranno il delicato compito di monitorare l'andamento della nuova prassi nel triennio di sua sperimentazione e di studiare possibili nuove forme di accompagnamento, che recuperino il vero senso ecclesiale del ruolo. 

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