Carcere di Santa Maria Capua Vetere,
Draghi e Cartabia nelle celle degli orrori

Carcere di Santa Maria Capua Vetere, Draghi e Cartabia nelle celle degli orrori
di Marilù Musto
Mercoledì 14 Luglio 2021, 07:30 - Ultimo agg. 19:34
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Il passaggio dalla penombra del dimenticatoio delle torture ai riflettori di nuovo accessi è brusco: nel carcere «Uccella» di Santa Maria Capua Vetere oggi arrivano il presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi e il ministro della Giustizia, Marta Cartabia. Ed è un intervento deciso da parte del governo dopo lo scandalo nel luogo-simbolo delle torture ai detenuti, picchiati «a freddo» dagli agenti di polizia penitenziaria il giorno dopo la sommossa dei reclusi che chiedevano cure e screening per evitare i contagi da Covid-19. Ma la visita (durata prevista, un'ora) potrebbe avere un altro scopo: l'annuncio di una imminente riforma dell'ordinamento penitenziario, un progetto avanzato due anni fa dalla commissione di Glauco Giostra e poi rimasto nel cassetto. Premier e ministro incontreranno una delegazione dei detenuti e degli agenti. 

Riforma o no, oggi è il giorno dei riflettori sulla casa circondariale «Uccella» dove la luce non poteva non illuminare anche lui, il garante dei detenuti della Campania Samuele Ciambriello, il primo a denunciare le violenze, invitato al tavolo del confronto dal ministro della Giustizia. L'appuntamento con Draghi e Cartabia è fissato alle ore 16. E ci sarà anche Marco Puglia, il magistrato di sorveglianza che ispezionò le celle i giorni successivi al pestaggio e diede impulso alle indagini. «I detenuti erano vestiti con abiti sporchi di sangue», raccontò ai suoi colleghi della Procura di Santa Maria.

Ma una cosa è certa: Draghi e Cartabia visiteranno i reparti, il «Nilo» probabilmente, dove i reclusi il 6 aprile del 2020 furono massacrati con i manganelli mentre si trovavano nell'«area socialità», umiliati, schiaffeggiati, costretti a strisciare in ginocchio lungo il pavimento verso il muro. Il tutto, mentre ieri a Benevento si è registrata un'altra protesta nel carcere di contrada Capodimonte a Benevento: 90 reclusi del circuito Alta Sicurezza si sono rifiutati di far rientro nelle celle, ha annunciato ieri il coordinatore nazionale del Si.N.A.P.Pe, Fernando Mastrocinque. Le ragioni poste alla base della protesta erano tese al miglioramento delle condizioni detentive. Tensione alle stelle negli istituti penitenziari. Da un lato i pestaggi, dall'altro gli interventi in punta di piedi per sedare le rivolte. Mentre l'odio verso le divise monta.

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E questo avviene in contemporanea alle decisioni prese dal tribunale del Riesame di Napoli che in queste ore, sta analizzando la posizione degli agenti e dei capi della penitenziaria, 52 arrestati e sospesi. A loro, si sono aggiunte altre 25 sospensioni tra agenti e dirigenti, compresi i due vicedirettori (Parenti e Rubino) e un vicecomandante. In tutto, sono 117 gli indagati, ma ogni giorno la Procura aggiunge un nuovo nome alla lista dei sospettati, riconosciuti nei video finiti nelle mani della stampa. Ieri, udienza al Riesame per Anna Rita Costanzo, la commissaria di polizia penitenziaria del reparto «Nilo» agli arresti domiciliari per i reati di tortura e violenza. Difesa dall'avvocato Vittorio Giaquinto, ha mantenuto una linea chiara: l'ispezione fu decisa dai suoi superiori, lei fu richiamata in servizio dalle ferie e non prese parte al pestaggio. I detenuti raccontano il contrario, ma la difesa punta sulla visione dei video in cui lei compare come spettatrice del massacro. La decisione del Riesame è attesa per oggi. Fra i capi c'è l'ex provveditore dell'amministrazione penitenziaria della Campania, Antonio Fullone.

Sul versante istituzionale si muove il Governo: al termine dell'incontro in carcere oggi con il garante dei detenuti e con la direttrice Elisabetta Palmieri, Draghi e Cartabia faranno dichiarazioni ai giornalisti. E questo potrebbe dare il via all'annuncio di un piano di riforma dell'ordinamento penitenziario che comprende la qualità della vita in carcere, l'accesso alla misura alternativa come l'affidamento al servizio sociale per i detenuti che non hanno da scontare una pena elevata, tutte proposte che facevano parte del «pacchetto» della commissione Giostra. Ma il ministro della Giustizia potrebbe anche fornire dei dati appresi dagli ispettori del ministero inviati in carcere.

«La notizia della visita del ministro della giustizia Cartabia e del premier Draghi è stata ben accolta dal mondo della politica. «È motivo di grande soddisfazione», dichiara Catello Vitiello, deputato di Italia Viva. Polemico il punto di vista del deputato campano di Fratelli d'Italia, Edmondo Cirielli: «Le proteste nelle carceri ieri a Firenze e a Benevento - ha dichiarato - sono la conseguenza di una campagna politica e mediatica denigratoria nei confronti del Corpo della Polizia Penitenziaria». 

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