A Casal di Principe, area aversana, non si parla d'altro: la madre di una quindicenne ha tentato di investire tre ragazzine che avevano litigato con la figlia. La violenza di generazione in generazione. «Abbiamo lottato per anni per scrollarci di dosso il pregiudizio di un popolo camorrista, ora non torneremo nell'abisso dell'aggressività». Il sindaco Renato Natale fa la voce grossa quando «ripercorre» il violento episodio che ha segnato la sera dello scorso 6 settembre. Arianna Corvino, 43 anni di Parete, ha aggredito le amiche della figlia con una spranga di legno e ha tentato, poi, di ucciderle investendole con la sua auto, una Renault Clio, mentre in gruppo passeggiavano sul marciapiede. Il fattaccio è successo martedì in piazza Villa, dove la Polizia di Stato, sul posto, ha inseguito e bloccato Arianna, arrestata con l'accusa di tentato omicidio pluriaggravato. Ieri, la donna ha ottenuto gli arresti domiciliari, dopo tre giorni trascorsi nel carcere femminile di Pozzuoli. «Incredibile che una tale violenza sia partita da un genitore. In verità, scene simili le vediamo ovunque, pensiamo ai Navigli a Milano - dice il sindaco Natale - ma se accade a Casal di Principe ha un valore diverso. Ci siamo liberati della presenza di criminali spietati circa dieci fa, se passa l'idea che qui lo Stato non c'è e non ci sono controlli della polizia, si finisce per lasciare allo sbando intere generazioni che potrebbero ripopolare le squadriglie della camorra. Sul fatto che sia stata una donna protagonista del gesto io non mi meraviglio. La violenza, purtroppo, non ha distinzioni di genere».
Ma cosa aveva scatenato la rissa ripresa da decine di cellulari e finita poi su Instagram? Dopo un interrogatorio molto sofferto davanti al gip del Palazzo di Giustizia di Napoli nord Raffaele Coppola, Arianna Corvino incensurata, madre di quattro figli, di cui uno di 10 anni che si trovava nell'auto durante l'investimento delle minorenni ha spiegato di non essersi diretta volontariamente con l'auto in direzione delle ragazze.