L'addio di vescovo e parroci a don Paolo: «Era mite ma forte e sempre col sorriso»

Folla commossa nella cattedrale per l'addio a don dell'Aversana, parroco del santuario di Villa di Briano

L'addio di vescovo e parroci a don Paolo: «Era mite ma forte e sempre col sorriso»
L'addio di vescovo e parroci a don Paolo: «Era mite ma forte e sempre col sorriso»
di Nicola Rosselli
Martedì 19 Marzo 2024, 09:02
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«Don Paolo era un uomo mite, ma forte. Per i suoi fedeli, la sua comunità aveva sempre un sorriso come hanno confermato in molti in questi giorni. Il santuario di Villa di Briano era diventato un punto di riferimento per l'intero Agro Aversano». Il vescovo di Aversa Angelo Spinillo ricorda don Paolo dell'Aversana, morto a 74 anni, durante il rito funebre nella chiesa cattedrale della città normanna alla presenza, tra gli altri, dei tre sindaci delle città che hanno visto le tappe fondanti della sua vita: Luigi Pellegrino di Parete, Luigi della Corte di Villa di Briano e Renato Natale di Casal di Principe.

Parete è stata la città natale e di residenza di don Paolo, Villa di Briano è sede del Santuario che confina con Casal di Principe, centro dove il sacerdote ha operato nel sociale.

Una chiesa che ha visto la presenza, oltre che della quasi totalità del clero della diocesi normanna, anche di numerosi fedeli che erano in chiesa per testimoniare la loro testimonianza per un prete che non si è mai tirato indietro ed è stato sempre il motore delle decine e decine di iniziative, non solo religiose, ma soprattutto sociali alle quali ha dato vita in questi anni di sacerdozio rivolto alla società civile con l'obiettivo di tenere viva la fiamma della legalità in una terra dove si lottava ogni giorno con la criminalità organizzata.

«Don Paolo - ha continuato il pastore aversano - ha dedicato cinquanta anni della propria esistenza ad una partecipazione intensa della vita della propria comunità. Cinquanta anni sono tanti, ora continuerà a farlo pregando per noi».
Don Paolo Dell'Aversana era parroco del Santuario della Madonna di Briano (al confine tra Casal di Principe e Villa di Briano). Nel 1991 firmò con don Peppe Diana il documento "Per amore del mio popolo", un duro atto di accusa contro la camorra casalese e un invito alla cittadinanza a non girarsi dall'altra parte che riprendeva un analogo documento firmato dai vescovi campani nel 1982 nel mezzo della guerra di camorra tra la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo e la Nuova Famiglia di Mario Iovine e di un nascente Carmine Schiavone.
Anche don Paolo è stato sempre molto vicino alle vittime innocenti della criminalità e ai loro familiari, e la sua chiesa è stata per anni il punto di riferimento delle iniziative antimafia continuando nella testimonianza.
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Quel Santuario dedicato a Maria è stato, grazie all'impegno di don Paolo, anche il luogo della tradizione popolare dove nel periodo pasquale si rinnova l'usanza della "prianella", con centinaia di persone che dopo aver reso tributo alla Madonna di Briano, ballano e cantano al ritmo della tammurriata. Un modo per preservare le tradizioni dei tempi passati, ma anche per socializzare in una terra dove sino a qualche tempo fa si aveva paura anche ad uscire di casa. Un clima completamente cambiato e buona parte del merito va ascritto proprio a sacerdoti come don Peppe Diana e don Paolo dell'Aversana.
 

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