Caserta, branco dei compagni di classe
massacra un quindicenne per vendetta

Caserta, branco dei compagni di classe massacra un quindicenne per vendetta
di Mary Liguori
Giovedì 3 Febbraio 2022, 07:00 - Ultimo agg. 4 Febbraio, 08:30
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All'inizio doveva essere uno «sfottò», di quelli che ormai passano di cellulare in cellulare. Il malcapitato alla «lavagna», interrogato dal professore di matematica. Un incubo. Uno dei compagni di classe armato di telefonino riprende tutto, in attesa della «papera» dell'interrogato che poi diventerà virale, passando di chat in chat e - perché no? - anche sul web, una terra franca per mettere qualcuno alla berlina con video di ogni tipo perché, dopotutto, nessuno ne risponde. Ma l'oggetto delle riprese, tornando alla scuola di Caserta, si rende conto di ciò che sta accadendo e si ribella. Un fuoriprogramma che manda in tilt lo «spiritosone» di turno che si vede a quel punto costretto a gettare la maschera del cameraman per assumere le sue vere sembianze, quelle di un bulletto. S'alza e va dritto verso la lavagna e rifila un manrovescio al compagno, «reo» d'essersi opposto, e per di più davanti a tutta la classe, ai suoi scherzetti. Il tutto sotto gli occhi del prof che prende registro e penna e procede alla nota disciplinare. Inevitabile. Tutto finito, dunque, tutto a posto. Assolutamente no. Da umiliatore, il bullo si vede umiliato e organizza la sua vendetta. Fuori scuola, con due amici, mette le cose a posto. A suon di calci e schiaffi e a colpi di cazzottiera i tre rompono due costole al malcapitato. Accade davanti all'istituto alberghiero Ferraris di Caserta, sede distaccata di Puccianiello. È il 25 gennaio scorso.

È l'avvocato dei genitori del 15enne a raccontare quanto accaduto il 25 gennaio in una classe seconda della sede distaccata dell'Alberghiero di Caserta. E lo fa dopo aver accompagnato i familiari della vittima in Procura a denunciare l'accaduto. «Lo hanno accerchiato e picchiato, uno di loro aveva anche un tirapugni». Dopo il pestaggio, il ragazzino viene lasciato esanime per terra. Nessuno lo soccorre, tanto che telefona al padre per farsi aiutare ed è con lui che arriva poco dopo in ospedale, a Marcianise, dove gli vengono riscontrate le lesioni alle costole.

La prognosi iniziale è di dieci giorni. Ma come è noto non essendoci per le ossa della cassa toracica alcuna «manovra» da poter eseguire i tempi di ripresa per il ragazzino potrebbero anche allungarsi.

Ma a quanto pare ciò che è successo la settimana solo la conclusione di lunghi mesi di vessazioni ai danni dello stesso quindicenne. «Sin da ottobre lo avevano preso di mira, poi c'erano state la dad e le vacanze natalizie e sembrava tutto scemato. Ma a gennaio hanno ricominciato», riferisce l'avvocato Musone. Il motivo? A quanto pare non c'è. Con tutta probabilità la sola «voglia» di prendere in giro qualcuno, di umiliarlo - lo scopo del video girato durante l'interrogazione di matematica era proprio questo - e, nel caso si ribellasse, di dargli anche una lezione.

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«Gli autori di queste azioni sono sì i carnefici, ma vanno considerati anche delle vittime. Vittime dell'indifferenza delle famiglie e della società ed è a questo vuoto di attenzioni che la scuola non può venire meno». Sono le parole di Antonietta Tarantino, preside dell'istituto Galileo Ferraris. «Nessuna giustificazione, - chiarisce la dirigente - ma siamo educatori e il nostro compito è colmare i vuoti di famiglie e società». «È il sintomo di un disagio socioculturale. Nella nostra scuola abbiamo lo sportello ascolto con lo psicologo ma quando si tratta di minori è necessario che ci sia il consenso dei genitori. Per ovviare a questo abbiamo comunque dei percorsi didattici che hanno come obiettivo l'aiuto sociale, l'educazione alla socialità», conclude la preside. Ma quei percorsi bisogna volerli intraprendere. E i tre bulli, al momento, vanno in un'altra direzione. «Al ritorno in classe, ancora dolorante alle costole, hanno ripreso a bullizzarlo accusandolo d'aver pagato per il referto medico», denuncia l'avvocato. 

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