Caserta, c'è un cadavere nel Garigliano:
Verginica uccisa dopo un furto in casa

Caserta, c'è un cadavere nel Garigliano: Verginica uccisa dopo un furto in casa
di Marilù Musto
Venerdì 31 Gennaio 2020, 08:19 - Ultimo agg. 11:48
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Chi ha gettato nel fiume Garigliano il cadavere di Verginica Vinatoru non pensava di essere scoperto. Chi cercherà mai una donna rumena senza parenti in Italia? Questo deve aver pensato l'assassino. E, invece, Verginica era schedata: ladra di professione, conosciuta da carabinieri e polizia, era un volto noto. Per identificarla, sono bastate le impronte digitali della sua mano nodosa. Impronte prese quando era già cadavere. Ed ecco il nome: Verginica, 52 anni, con precedenti penali per furti e scasso. Il suo corpo era stato trovato galleggiante lungo la sponda del Garigliano da un passante. Era il 10 ottobre del 2019. Gli inquirenti avevano diffuso le immagini degli indumenti per fare in modo che venissero riconosciuti. Ma non ci fu verso. Ci ha pensato la scientifica a svelare l'identità.

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Riconosciuta lei, mancava però un altro tassello: l'assassino. Un uomo, di sicuro. I carabinieri della compagnia di Sessa Aurunca sono riusciti anche in questo: sono giunti a lui attraverso una serie di indizi. E adesso, l'uomo è indagato per omicidio e soppressione di cadavere. È possibile che Verginica Vinatoru sia stata sorpresa in casa dal proprietario dell'abitazione durante un furto e sia stata uccisa a bastonate. Il nome dell'uomo - residente fra il casertano e la provincia di Latina - non è stato reso noto dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, ma proprio in Procura c'è un fascicolo aperto con il suo nome (tenuto nel più stretto riserbo dagli inquirenti) che a breve potrebbe arricchirsi di nuovi particolari.

Basterà intrecciare gli indizi e unire le testimonianze dei «colleghi» di lavoro di Verginica. Uno, in particolare, un uomo di quarantacinque anni che con lei e un'altra rumena, Minai Vasile Tanasa, aveva tentato un colpo in un caseificio cinque anni fa. I due potrebbero essere ascoltati dai militari a breve, mentre il pubblico ministero della Procura di Santa Maria Capua Vetere è già sui passi dell'unico indagato.

Una storia di delinquenza, ma anche di sofferenza, tessuta ai margini della società, quella di Verginica. Qualche pasto caldo dalla Caritas, un po' di elemosina in giro e poi, i furti organizzati a puntino per sopravvivere all'indifferenza. La sua esistenza era così, inventata giorno per giorno. «Peccato», però, che di tanto in tanto finisse in cella. I carabinieri l'avevano arrestata nel 2014 a Sessa Aurunca mentre stava svaligiando la casa di un anziano di 75 anni. E poi, l'avevano colta con le mani nel sacco nel 2015 mentre tentava di forzare la porta del caseificio «La Mondragonese» di Baia Domizia. A ottobre del 2019 era sparita dalla circolazione, ma nessuno ne aveva denunciato la scomparsa. Poi, un passante aveva scorto una mano e il dorso che uscivano dall'acqua.

Il Garigliano aveva portato a galla il cadavere. Un mese e cinque giorni dopo è stato diffuso il nome della donna trovata senza vita. Da allora, il lavoro incessante dei carabinieri di Sessa Aurunca, diretti dal maggiore Giuseppe Fedele, non ha dato tregua agli amici di Virginica che hanno aperto un varco per la ricerca del colpevole. Sin da subito i militari divulgarono le foto degli indumenti e degli anelli che indossava il giorno in cui Verginica fu trovata, ma né questa iniziativa né gli appelli in tv portatono a una identificazione. È ancora presto per chiudere il cerchio.

L'indagato potrebbe chiedere di essere ascoltato dai magistrati della Procura di Santa Maria Capua Vetere, diretti da Maria Antonietta Troncone. 

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