Caserta, la fontana ad alto rischio:
il «fosso» trappola per i residenti

Caserta, la fontana ad alto rischio: il «fosso» trappola per i residenti
di Franco Tontoli
Giovedì 10 Giugno 2021, 08:25
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Piazza Pitesti, ampia distesa di verde, alberi, la grossa piazza fa da diaframma tra la chiesa del Buon Pastore e la la città che si sviluppa fino al centro urbano. Ben curata, già di buon mattino pulita dalle cartacce da frequentazioni notturne, due vasche, la prima con zampillo ripristinato al Largo Don Innocenzo Di Lella che è a fronte chiesa, la seconda diagonalmente all'opposto è un fosso vuoto. E il pericolo sta qui, da mesi. Ieri mattina una solerte netturbina completava il suo dignitosissimo lavoro sostituendo sacchi di plastica ai contenitori che stanno intorno al parco giochi, uno scivolo, cavalluccio molleggiato, un paio di altalene, il tutto parecchio frequentato nella bella stagione anche per la vicinanza di un'accorsata gelateria.


Sosta obbligata nei pressi del fosso che fu vasca, profonda poco meno di un metro, tubi arrugginiti, a finirci dentro dal basso parapetto un bambino si farebbe male. La netturbina: «E' un tormento dice , tante mamme, reduci dalla spesa al supermercato vicino, segnalano a me ciò che è evidente, ho provato a far da passaparola con qualche collega più in contatto con gli uffici comunali, ma non è nei miei compiti, più volte ho suggerito a chi si lamenta di farlo direttamente in Comune, segnalarlo ai vigili urbani ma nessun risultato. Eppure la soluzione è semplice».
Quale? Sorride la signora netturbina, garbatissima nel suo camice e nei suoi guantoni con i quali ha raccattato fogliame, dice: «Visto che la fontana con lo zampillo non funziona da mesi, che la vasca è stata prosciugata e rappresenta un pericolo per i bambini e anche per qualche anziano che potrebbe inciampare nel parapetto basso, perché non riempire questo vuoto di terra in modo da farne un'aiuola fiorita? Un dettaglio che abbellirebbe questa zona frequentata da mamme e bambini, con le panchine che sono tutte in buono stato».

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Un mezzo cassone di terra da un camioncino, livellamento e semina di prato e qualche pianta floreale: eccola la soluzione dettata da comunissimo buon senso. Sarà raccolto il suggerimento dal titolare dell'assessorato competente? In piazza Settembrini procedono i lavori per il ridisegno e sistemazione della villetta e del suo parco giochi; recentissima la notizia dell'adozione del verde di piazza Carlo di Borbone i Campetti da parte di un munifico industriale; in piazza Vetrano, a Falciano, dopo la segnalazione de Il Mattino, sono intervenuti a riparare altalene malmesse e pericolose da dove era caduta una bambina. Sono indizi di fattività, almeno quando sollecitazioni a mezzo stampa sopperiscono a inesistenti ispezioni da parte di sguarnitissime sezioni municipali. Per dire: la soluzione, con poca spesa, è a portata di mano, si può intervenire subito a colmare di terra una vasca «renitente» all'acqua?

Il neo di questa vasca l'intera piazza Pitesti non lo merita rappresentando, la vasta area, un esempio di collaborazione virtuosa tra il volontariato e le aree pubbliche da far godere ai cittadini. Tutto il verde, qui, viene curato da un gruppo di giovani volontari, sorvegliato da Mohamad che risiede su una panchina con la sua cagnetta Laika per tutto il giorno fin quando non si va ad avvolgere nei suoi cartoni-casa in via Laviano.

La piazza è stata data in adozione alla parrocchia con delibera del'11 giugno 2020, un anno esatto, nell'ambito del progetto «Nuovi stili di vita» animato da don Antonello Giannotti, accessorio di quello più ampio di «Laboratorio di cura del Creato» che ha generato positività evidenti, queste sollecitate da una serie di cartelli. «Stazioni di meditazione dice il parroco che non sono prediche, soltanto spunti di comune buonsenso che inducono alla meditazione proprio per la loro essenziale semplicità».
 

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