Giù 10 pini secolari a rischio crollo,
la mappa degli altri alberi da abbattere

Giù 10 pini secolari a rischio crollo, la mappa degli altri alberi da abbattere
di Daniela Volpecina
Mercoledì 31 Marzo 2021, 09:41
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È partito l'altra mattina al Parco degli Aranci l'intervento di abbattimento dei pini ormai senza vita annunciato dall'amministrazione comunale lo scorso febbraio. Dieci gli alberi da rimuovere tra via dei vecchi pini e via degli ulivi. Si tratta di essenze alte circa trenta metri, dalla chioma espansa, che hanno circa settanta anni. Alcuni sono morti dopo essere stati attaccati da parassiti come la cocciniglia Toumeyella parvicornis. Su altri hanno inciso la scarsa manutenzione, i danni del maltempo, qualche volta anche il taglio maldestro delle radici esposte in superficie. Tutti sono stati ritenuti, dopo una ispezione tecnica, pericolosi per la pubblica e privata incolumità.

Da qui la decisione di demolirli per scongiurare rischi. «I due incidenti che si sono verificati questo inverno e che solo per un caso fortuito non hanno provocato vittime - racconta il consigliere comunale e delegato di quartiere Andrea Boccagna, presente ieri mattina al momento dell'abbattimento testimoniano la pericolosità di questi pini che peraltro insistono su una strada anche particolarmente trafficata. Dopo un'attenta verifica e tutti i sopralluoghi del caso, gli addetti ai lavori hanno pertanto stilato un elenco degli alberi a rischio crollo e ieri sono iniziati gli interventi. Il primo abbattimento ha riguardato un pino che, per la sua particolare posizione, ha richiesto un lavoro piuttosto lungo e complesso con l'impiego di due diversi automezzi e un maggior numero di operai. Nei prossimi giorni però si procederà più velocemente. L'obiettivo è infatti quello di rimuoverli tutti e dieci nell'arco di una settimana. Salvo contrattempi».


Seguiranno poi abbattimenti in piazza Vetrano a Falciano, in viale Medaglie d'Oro, in via Ruggiero, in via Fratelli Rosselli, in viale Cappiello, al rione Vanvitelli, in via Arno e piazza Po nel quartiere Acquaviva. Trentatre in tutto gli alberi da abbattere in tutta la città. Non solo pini ma anche cedri, olmi, grevillee robuste e tigli. Oltre venticinquemila euro (di fondi di bilancio) l'importo necessario per portare a termine gli interventi. E nel frattempo il Comune assicura che si sta già studiando la ripiantumazione. «Caserta ospita oltre cinquemila piante fa notare il consigliere Boccagna - un numero non certo esiguo rispetto alle sue dimensioni e alla sua conurbazione urbanistica, ma è interesse di tutti implementare ulteriormente il patrimonio verde della città. E' per questo che l'Ente sta già lavorando ad un progetto di rigenerazione finalizzato non soltanto a colmare i vuoti lasciati dagli abbattimenti ma anche ad effettuare nuove piantumazioni in aree già definite che a breve verranno illustrate alla città'. Il punto di partenza sarà il regolamento del verde pubblico approvato a fine 2020 ma anche il decreto sui Criteri minimi ambientali che stabilisce peraltro di dare priorità alle specie autoctone. Tra queste figurano lecci, aceri, tigli, allori, frassini ma anche l'ibisco e qualche quercia. Un tema, quello delle ripiantumazioni, sul quale le associazioni ambientaliste chiedono da oltre due anni di essere ascoltate.

La loro proposta è quella di istituire in città una consulta del verde che si occupi, tra le altre cose, anche della programmazione delle nuove messe a dimora con l'obiettivo di adottare interventi omogenei e organici su tutto il territorio nell'interesse della collettività. Stanno per essere ultimate intanto le potature. Iniziate a febbraio, hanno interessato le alberature del rione Tescione, del centro cittadino (via Ceccano, via Patturelli, via Galilei, corso Trieste alcune delle strade coinvolte) e della frazione di San Leucio. Sono state rinviate alla stagione autunnale invece le operazioni di potatura previste la settimana scorsa in villetta Padre Pio. L'incremento delle temperature unito al periodo di fioritura non consentirebbe infatti di intervenire in sicurezza con il rischio di arrecare seri danni alla flora e alla fauna.
 

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