Castel Volturno, il prof aggredito: «Scuole penalizzate, occorrono più fondi»

Dopo la violenza: «Non vedo l'ora di tornare al mio posto»

L'Alberghiero di Castel Volturno
L'Alberghiero di Castel Volturno
di Vincenzo Ammaliato
Giovedì 26 Ottobre 2023, 09:42 - Ultimo agg. 12:45
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«L'agitazione dovuta ai momenti convulsi dell'aggressione è già passata. Tra qualche giorno scomparirà pure il dolore alla testa e al ginocchio. E non vedo l'ora di poter tornare in classe dai miei alunni, spero già per metà della prossima settimana. Ci tengo a precisare, però, che non ho denunciato il mio studente per vendetta, o chissà per cosa. Non per tutelare me, né il resto del corpo docente dai suoi momenti di intemperanza. L'ho fatto nel suo interesse, con la speranza che chi di dovere comprenda che la scuola e a scuola c'è bisogno di maggiore attenzione. Agli istituti di Castel Volturno, invece, ci sono poche risorse rispetto alle esigenze del territorio».

A parlare è il professor Giuseppe Vicario, dal 2015 insegnante di sala all'Alberghiero di Castel Volturno, che durante la lezione di martedì all'istituto Vincenzo Corrado è rimasto vittima dell'aggressione subita da un suo studente. Le ferite l'hanno costretto alle cure del vicino pronto soccorso di Pineta Grande, dove è stato dimesso con una prognosi di cinque giorni. Le sue parole sono cariche di amarezza e a tratti anche sconforto, ma in nessun caso sono contro il suo aggressore, che si capisce chiaro essere anche lui una vittima di un sistema istituzionale che non tutela a sufficienza chi più ha bisogno. A scuola preferiscono non parlare del caso, per tutelare lo studente nella maniera più completa possibile. La dirigente, Nicoletta Fabozzi, chiede riservatezza e che sia lasciato appunto al suo ufficio e alle indagini in corso dei carabinieri il massimo spazio affinché si possa lavorare con serenità e senza alcuna pressione a una situazione molto delicata. 

Tuttavia, anche se all'istituto Corrado non confermano, pare che in passato lo stesso studente si sia già reso responsabile di episodi simili, sempre nei confronti degli insegnanti.

Fra il personale c'è chi senza essere citato segnala che lo studente reagisce nei confronti dei docenti in modo aggressivo appena si sente sotto pressione, anche semplicemente se gli viene chiesto di non utilizzare il telefonino in classe, o di non stare troppo tempo nei bagni. 

L'episodio più grave sarebbe avvenuto un paio di settimane fa, ai danni di una prof di italiano, che avrebbe subito una ferita al capo, colpita con lo smartphone dello studente. Ma l'insegnante non avrebbe successivamente denunciato l'episodio alle forze di polizia, perché convinta che il ragazzo avrebbe compreso l'errore e non lo avrebbe più fatto. Evidentemente non è stato così, piuttosto si è verificato l'effetto contrario. Dell'episodio di martedì è stato informato anche l'ufficio affari sociali del municipio di Castel Volturno. La sua funzionaria, Antonella Barbato, fa sapere di conoscere già il caso, che gli è stato presentato a inizio anno scolastico dalla preside dell'istituto, preoccupata che le intemperanze dello studente potessero deflagrare così come effettivamente è stato. Dall'ufficio affari sociali fanno sapere che sono stati anche attivati dei protocolli specifici per seguire il ragazzo nel migliore dei modi, ma che si attende l'intervento della famiglia, necessario per la buona riuscita di ogni progettualità per casi del genere.

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«Gli studenti di Castel Volturno, rispetto a quelli di altre aree geografiche, sono penalizzati - dice il professor Vicario - Qui c'è bisogno di maggiore interesse da parte delle istituzioni competenti, perché ci sono disagi di ogni tipo e in percentuali molto più alte che in altri posti della Campania e d'Italia. Sono indispensabili investimenti per ridurre il divario con gli altri studenti. I nostri ragazzi a volte è come fossero abbandonati, perché sono così tante e diverse le esigenze che la scuola non riesce a fare fronte con le risorse normali di cui è dotata. Ma questo non è un posto normale e servono interventi speciali. Non per noi professori, ma per i ragazzi. Tuttavia, questa è la mia scuola e non l'abbandono. Settimana prossima torno al mio posto di lavoro». 

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