Import-export di auto con frode:
sgominata la gang di Caserta

Import-export di auto con frode: sgominata la gang di Caserta
di Biagio Salvati
Venerdì 28 Febbraio 2020, 08:27 - Ultimo agg. 10:39
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C'erano un ex maresciallo dell'Aeronautica e un suo stretto collaboratore dietro una organizzazione scoperta dalla Guardia di Finanza di Caserta su una frode fiscale realizzata nell'ambito della rivendita di auto.

Si tratta di Raffaele Perrino, di San Prisco, 56 anni (in carcere) e del suo «vice» Emilio Franco Viti, di Vairano Patenora (ai domiciliari): entrambi hanno sempre lavorato nel campo della vendita di autovetture mentre sono indagate una decina di «teste di legno», tra cui due segretarie di Perrino. Centinaia di vetture importate dall'estero in modo illecito, attraverso la falsificazione di fatture e senza pagare l'Iva, e rivendute in Italia a ignari acquirenti ad un prezzo comprensivo proprio dell'imposta sul valore aggiunto mai pagata. È questa la presunta frode fiscale contestata all'imprenditore 56enne nell'ambito dell'inchiesta della sezione criminalità economica della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, diretta dal magistrato Maria Antonietta Troncone. Il gip ha firmato le misure cautelari e disposto il sequestro di somme per oltre 500 mila euro, pari all'Iva evasa, riconducibili ai due arrestati. Nell'indagine denominata «Foreing Cars», i dieci soggetti indagati si sarebbero intestati in maniera fittizia le società utilizzate da Perrino per poter effettuare gli acquisti. Le segretarie dell'imprenditore, materialmente, avrebbero predisposto la documentazione falsa; alla fine di ogni giornata - è emerso dalle indagini - le due donne distruggevano tutti i documenti commerciali su indicazione dello stesso imprenditore, in modo da non lasciare traccia degli illeciti.

I finanzieri hanno anche individuato il capannone dove Perrino e i suoi complici si incontravano per falsificare le fatture. Decisivo ai fini dell'indagine, il blitz eseguito dai finanzieri nel capannone utilizzato come base operativa che ha permesso anche di acquisire alcuni supporti informatici e apparati di telefonia mobile che hanno svelato le numerose operazioni illecite. Nell'indagine è emersa anche la complicità di un militare appartenente alla Guardia di Finanza, indagato per rivelazione di atti coperti da segreto d'ufficio: avrebbe agevolato il Perrino sia nell'attività illecita, sia nel tentativo di vanificare gli approfondimenti investigativi in corso. La frode, hanno poi accertato gli inquirenti - avveniva attraverso l'utilizzo da parte di Perrino di società cartiere, esistenti dunque solo su carta: il 56enne ne avrebbe utilizzate otto con sede in Italia e tre in Repubblica Ceca, tutte intestate a prestanomi. Queste società acquistavano le auto provenienti da Germania e Belgio, in sospensione d'imposta, trattandosi di acquisti intracomunitari. Le fatture emesse dalle concessionarie estere venivano poi alterate, e come acquirente veniva posto il cliente privato finale, con la dichiarazione che l'Iva era stata pagata all'estero, cosa non vera. Altra modalità si concretizzava con l'indicazione della società cartiera con sede a Praga come venditrice: anche in questo caso l'Iva veniva dichiarata come pagata.

Perrino e i soci guadagnavano appunto sul prezzo finale praticato ai privati - comprensivo dell'Iva mai pagata - cui era rivenduta l'auto. Si tratta dell'ennesima operazione della Guardia di Finanza nel settore della commercializzazione delle auto: qualche tempo fa, infatti, i finanzieri scoprirono un'altra truffa realizzata con gli acquisti all'estero camuffati da noleggio a lungo termine, il tutto per eludere il fisco ma anche per riciclare denaro.
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