Caserta e il parcheggio Carlo III:
16 anni di Totò truffa

Caserta e il parcheggio Carlo III: 16 anni di Totò truffa
di Antonio Pastore
Domenica 28 Luglio 2019, 16:00
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Modello Totò e fontana di Trevi in versione casertana: vedi i documenti che riguardano il mastodontico parcheggio sotterraneo di piazza Carlo Terzo. Costruito tra il 2002 e il 2003 su un'area demaniale senza alcun accordo né permesso del Demanio, dato in concessione dal Comune alla Cogein in cambio del cofinanziamento del progetto (ma sine titulo come avevano già detto i giudici cinque anni fa) e ora in via di restituzione al legittimo proprietario in virtù del fatto che l'ente locale non ha neanche provveduto al versamento dei canoni di occupazione dovuti per i sei anni (dal 1990 al 1996) per i quali gli era stata temporaneamente affidata l'area.
 
Doveva essere il fiore più bello del capoluogo, si è trasformato in un infinito tormentone giudiziario e in una Caporetto dell'immagine della città della Reggia. Tra carte bollate, sentenze del Tar, lodi mai conclusi e diffide incrociate. A mettere la parola fine (per il momento) alle dispute, il provvedimento con cui qualche giorno fa il Consiglio di Stato ha repinto l'ennesimo ricorso della Cogein invitando il Comune a rimettere libera da persone e cose l'area al Demanio, invito che prontamente il Comune ha girato in autotutela alla Cogein. Una storia che potrebbe innescare (ancora una volta) richieste milionarie di risarcimento e (per la prima volta) anche una serie di inquietanti interrogativi sul ruolo delle istituzioni che hanno fatto confluire in quel progetto risorse pubbliche nazionali ed europee. La parte pubblica nel 1991, ricordano in premessa i giudici del Consiglio di Stato, era rappresentata dal gruppo Iri-Italstat.

All'inizio del millennio, e al termine di un processo di gestazione iniziato negli anni Ottanta, prendeva forma il sogno cavalcato entusiasticamente dalla giunta Falco ma sognato e studiato nei minimi particolari da quel maitre à penser delle grandi opere che era l'ingegnere Alfredo Messore. Ventimila metri quadri a piano, 1100 posti auto, 80 posti per bus turistici, gallerie rivestite in marmo, biglietterie, bar, negozi, percorsi pedonali e tapis roulant: doveva essere piegavano Messore e l'allora assessore alla mobilità Ronzo un unicum in Italia e con pochi emuli all'estero, una specie di grande centro di servizi integrati al servizio del turismo e della città. Mai completato, ne venne fuori un parking funzionante a scartamento ridotto con problemi di vigilanza e di gestione. Valore stimato però oggi tra i 28 e i 30 milioni di euro.

Pietra miliare della neverending story è la sentenza numero 2661 emessa dal Tar della Campania nel maggio 2014, oggi confermata dal supremo organo di giustizia amministrativa. In effetti tutti i contendenti (Cogein e Comune ma anche, per altri versi, lo stesso Dermanio) escono dall'esame dei giudici con le ossa rotte. Al momento della costruzione l'ente locale non vantava alcun titolo di possesso sull'area. Quindi non poteva firmare una concessione per realizzare e gestire il parcheggio interrato. L'area è stata indebitamente detenuta e trasformata sottolineano i giusici dal Comune e dal suo concessionario. Come se bastasse il Tar rileva che Cogein, soggetto professionalmente qualificato, non poteva non sapere che le obbligazioni assunte dal Comune avevano un oggetto giuridicamente impossibile vista la natura demaniale del suolo; la convenzione inoltre è stata stipulata al buio, senza un piano economico e finanziario alla base, con un termine non bene specificato.

Anzi su questo punto Carlo Mrino, quando era consigliere d'opposizione, tirò fuori, scavando nelle carte, che già dal 2007 la Cogein non aveva più comunque il diritto a gestire il parcheggio perché era stato raggiunto il pareggio tra l'investimento operato e gli introiti del servizio. Gli accordi che si ipotizzano infine dal 2000 in poi, con eventuale scambio Comune-Demanio (che ambiva, ad esempio, ai suoli comunali occupati dall'areonautica militare) o cessioni a titolo gratuito contro un risarcimento del pregresso, non sono mai andati avanti. In nessun provvedimento dell'agenzia del Demanio taglia corto il Consiglio di stato si può trovare in via diretta e impegnativa un consenso all'utilizzazione dell'area. Pertanto la concessione firmata da Cogein e Comune nel 1991 si deve rienere nulla per impossibilità giuridica. Punto e a capo.
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